Abolizionismo 1.1: Unterschied zwischen den Versionen

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Buongiorno. Mi chiamo Sebastian Scheerer. Ho insegnato all'università di Hamburgo in Germania fino all' inizio di questo anno e ora sono andato in pensione. Questo fatto mi ha permesso di cominciare  a imparare l'italiano con il mio professore, che è Simone.
*[[Abolizionismo 1.2]]
*[[Abolizionismo 1.3]]
*[[Abolizionismo 1.4]]
*[[Abolizionismo 2.1]]
*[[Abolizionismo 2.2]]
*[[Abolizionismo 2.3]]
*[[Abolizionismo 2.4]]


Come sapete passeremo insieme i prossimi due giorni.  
Buongiorno. Mi chiamo Sebastian Scheerer. Ho insegnato all'università di Hamburgo in Germania fino all' inizio di questo anno e ora sono andato in pensione. Questo fatto mi ha permesso di cominciare  a imparare l'italiano con il mio professore, che è Simone. Come sapete passeremo insieme i prossimi due giorni. Oggi vorrei presentare lo schema delle lezioni e parlare un pò dei concetti e della storia dell'abolizionismo. Più concretamente, nella prima ora mi concentrerò nelle molteplici declinazione che il concetto di abolizionismo ha avuto nella storia. Paritrò dall’istituzione dell’abolitio nel diritto romano per arrivare alle “lettres d’abolition” nel Ancien Régime. Lo scopo è quello di mostrarvi come il fenomeno della liberazione da un’istituzione repressiva è sempra esistito nelle società ocidentali, ma con forme e funzioni differenti.
Nella seconda e terza ora parlere di come è stata soppressa la tratta degli schiavi transatlantica tra il settecento e l’ottocento, e di come è stata abolita la schiavitù. La finalità è di discutere i due punti di vista sull’abolizione della schiavitù, cioè una teoria economica e un’altra socio-culturale.
Nella quarta ora di oggi, il scopo sarà l’abolizionismo legato alla prostituzione. Qui, incontremo la storia di due concetti abbastanza differenti dell’abolizionismo.
Domani, allora, ci accingiamo (stiamo andando a; andremo) a discutere di alcune questioni importanti dell’ l'abolizionismo penale negli sue molteplici forme: l’abolizione della pena di morte, del carcere, e, finalmente, de tutt’il sistema della iustizia criminale inclusive del processo penale, della pena e di tutt’il gioco di colpa e punizione.


Oggi vorrei presentare lo schema delle lezioni e parlare un dei concetti e della storia dell'abolizionismo.
Concetti
*Fenomeno storico-politico: l'abolizione della schiavitù nei seculi diciottesimo e dicianovesimo. Instanza negativa che revendicha di farla finita con el commercio degli schiavi e la schiavitù. Questo movimento nasce e si sviluppa in Europa e in America tra la fine del secolo XVIII (diciottesimo) e il secolo XIX (dicianovesimo)
 
*ogni movimiento e ogni concetto teorico che ha come obiettivo di superare alcune istituzioni del diritto considerate repressive e ingiuste:il termine viene genericamente usato anche in riferimento a quelle correnti di pensiero o movimenti politici e sociali che si battono per l'abolizione di leggi, costumi o consuetudini ritenute non più adeguate ai tempi e ingiuste. È un'istanza morale basata su considerazioni umanitarie che emergono nella cultura illuministica o cristiana. Si parlave dell'abolizionismo
**negli anni sessanta del secolo dicianovesimo in Inghilterra che sostenavano la necessità dell'abolizione della regolamentazione della prostituzione, e
**negli anni trenta del secolo vigesimo negli Stati Uniti la necessità di porre fine a quelle leggi che proibivano l'uso di bevande alcoliche (proibizionismo)
**- finalmente - riferindose alla pena di morte, al carcere e al diritto penale (abolizionismo penale).
Abolitiones delle diritto romano all'Antico Regime
 
Semantic and conceptual sources of abolitionism can be found in the institution of abolitio (from abolire, aboleō abolēs, abolet) in Roman Law.
 
Il bastone e la carota
 
Diritto Romano: tra dei tre tipi della istituzione della abolitio - ex lege, privata e publica - il ultimo era lo più importante.
 
Lettres de cachet et lettres d'abolition
Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.
 
In caso di organizzazioni le lettres de cachet venivano emesse allo scopo di prevenirne l'assemblea o per ottenere degli atti ben precisi. Gli Stati provinciali vennero convocati in questo modo, con una lettre de cachet (in questo caso, una lettre de jussipri) nella quale il re ordinava al parlamento di approvare una legge che questi si erano rifiutato di far passare.
 
Le più note lettres de cachet, comunque, erano quelle penali, con le quali un soggetto veniva condannato, senza processo e senza l'opportunità di difendersi, all'imprigionamento in un carcere di Stato o ordinario, al confino in un convento o un ospedale, alla deportazione nelle colonie, o all'espulsione in un'altra parte del reame. I benestanti talvolta compravano queste lettres per sbarazzarsi di individui indesiderati.
Questo potere era un privilegio reale riconosciuto dalla vecchia legge francese, che può essere fatto risalire a una massima che corredava un testo del Compendio di Giustiniano: "Rex solutus est a legibus", ovvero "Il re è sciolto dalle leggi".
 
Oltre a servire al governo come arma silenziosa contro gli avversari politici e gli scrittori pericolosi, e come mezzo per punire i colpevoli di alto lignaggio senza lo scandalo di una causa, le lettres de cachet avevano molti altri utilizzi. Venivano usate dalla polizia per occuparsi delle prostitute, e in base alla loro autorità i pazzi venivano rinchiusi negli ospedali e a volte in prigione.
 
Erano spesso usate anche dai capi famiglia come mezzo di correzione, ad esempio, per proteggere l'onore della famiglia dalle condotte disordinate o criminali dei figli. Anche le mogli se ne avvantaggiarono, per tenere a freno la dissolutezza dei mariti, e viceversa.
 
In realtà, il segretario di Stato le emanava in maniera completamente arbitraria, e in molti casi il re non era a conoscenza della loro emissione. Si sa per certo che nel XVIII secolo le lettere venivano emesse in bianco, ovvero senza contenere il nome della persona contro cui erano dirette; i destinatari, o i mittenti, scrivevano il nome per rendere efficace la lettera.
 
Proteste contro le lettres de cachet vennero mosse continuamente dal Parlamento di Parigi e dai parlamenti provinciali, e spesso anche dagli Stati Generali. Nel 1648 le Corti sovrane di Parigi ne produssero la momentanea soppressione in una specie di statuto delle libertà, che imposero alla corona, ma la durata fu effimera.
 
Non fu fino al regno di Luigi XVI che si ebbe una reazione contro questo abuso che era ormai chiaramente percettibile. All'inizio di quel regno, Malesherbes, tentò di infondere alcune misure di giustizia nel sistema, e nel marzo del 1784 il barone di Breteuil, un ministro della casa reale, emanò una circolare agli intendenti e ai tenenti di polizia, con indicazioni per prevenire gli abusi più gravi connessi all'emissione delle lettres de cachet.
 
Il Conte di Mirabeau scrisse un aspro atto d'accusa delle lettres de cachet mentre era imprigionato nelle segrete del castello di Vincennes (per una lettre de cachet ottenuta dal padre). Il trattato venne pubblicato dopo la sua liberazione nel 1782, sotto il titolo Les Lettres de cachet et des prisons d'etat e costituisce uno dei suoi lavori più abili ed eloquenti, diffuso ampiamente in tutta Europa.
 
A Parigi, nel 1779, la Cour des Aides domandò la loro soppressione, e nel marzo 1788 il parlamento di Parigi fece alcune rimostranze eccessivamente energiche, che sono importanti per la luce che gettarono sulla vecchia legge pubblica francese. La Corona, comunque, non decise di accantonare quest'arma, e in una dichiarazione agli Stati Generali, durante la sessione reale del 23 giugno 1789 (art. 15) non vi rinunciò assolutamente.
 
Le lettres de cachet vennero abolite dopo la Rivoluzione Francese dall'Assemblea Costituente, ma Napoleone ne reintrodusse l'equivalente con una misura politica nel decreto dell'8 marzo sulle prigioni di Stato. Questo fu uno degli atti che gli vennero contestati dalla consulta del senato del 3 aprile 1814, che pronunciò la sua caduta "considerando che egli ha violato le leggi costituzionali con i decreti sulle prigioni di Stato".


Domani vorrei discutere l'abolizionismo penale nelle sue molteplici forme.


== Lo schema ==
== Lo schema ==
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##e - finalmente - riferindose alla pena di morte, al carcere e al diritto penale (abolizionismo penale).
##e - finalmente - riferindose alla pena di morte, al carcere e al diritto penale (abolizionismo penale).


== Dibattiti abolizionistici nel Cinquecento ==
== ''Abolitiones'' delle diritto romano all'Antico Regime==
 
Nel mondo antico, che definiva giuridicamente lo schiavo neppure un animale ma un "istrumentum vocale", un utensile provvisto di voce, la volontà di trattare umanamente gli schiavi o addirittura di abolire la schiavitù era presente in filosofi come Seneca che riteneva essere la schiavitù una istituzione priva di ogni base giuridica, naturale e razionale. Per questo, diceva, gli schiavi vanno trattati come tutti gli altri esseri umani:
 
:«servi sunt, immo homines» sono servi anzi uomini
 
e così per le differenze sociali:
 
:"Che significa cavaliere, liberto, schiavo. Sono parole nate dall'ingiustizia" (Epistole, 31).
 
Ma in fondo, aggiungeva, la vera schiavitù è quella che assoggetta gli uomini alle passioni e ai vizi. Tutti noi siamo schiavi spiritualmente e solo la filosofia può liberarci. Quindi vi è nel mondo un'ingiustizia di fondo verso cui è inutile ribellarsi.
 
Il supremo valore dell'uguaglianza di tutti gli uomini per cui lo schiavo è pari al suo padrone venne proclamato dal Cristianesimo, ma nella pratica il principio religioso venne a scontrarsi con le strutture sociali che da secoli codificavano la schiavitù, su cui si basava l'intero sistema economico, e dové necessariamente adattarsi al compromesso per cui gli schiavi rimasero tali di fatto e di diritto.
 
Del resto tutte le storture della società erano la conseguenza del peccato originale. Scriveva l'abate Smaragdo di Saint-Mihiel sotto Luigi il Pio:
 
«Non è la natura che ha fatto gli schiavi è la colpa»
 
e allo stesso modo nel VI secolo Isidoro di Siviglia:
 
«La schiavitù è un castigo inflitto all'umanità dal peccato del primo uomo», e
 
:« Poiché la vita presente non è che un luogo di passaggio transitorio e cattivo per definizione , poiché il grande problema di quaggiù è di prepararsi alla Vita Eterna, intraprendere una riforma da capo a fondo dell'ordine sociale stabilito nella speranza di portare il trionfo di una felicità di per sé impossibile, non potrebbe essere che un'opera vana; assai di più uno sperpero sacrilego di forze che dovevano essere riservate per un compito più urgente e più alto... ».
 
La Chiesa stessa quindi, diventata un'istituzione, possedeva un gran numero di schiavi e se qualcuno, in aderenza alla parola evangelica, voleva mettere in pratica il principio cristiano dell'eguaglianza in Cristo di tutti gli uomini, questi andava severamente condannato. Nel concilio di Granges (324) si affermava: «Se qualcuno sotto il pretesto della pietà, spinge lo schiavo a disprezzare il suo padrone, a sottrarsi alla schiavitù, a non servire con buona volontà e rispetto, che egli sia scomunicato».
 
:Un problema particolare si poneva poi alla Chiesa riguardo alla possibilità degli schiavi di essere consacrati al sacerdozio: cosa da tutti ritenuta impossibile poiché un uomo come lo schiavo sottoposto secondo la legge al potere assoluto di un padrone non avrebbe avuto l'indipendenza e la libertà necessaria a chi dispensava i sacramenti.
 
In questo modo la Chiesa confermava l'accettazione della schiavitù ma nello stesso tempo introducendo validità religiosa ai matrimoni contratti dagli schiavi e promuovendo la pia pratica dell'affrancamento, non un dovere ma un atto raccomandabile, contribuiva concretamente all'abolizione della schiavitù che ad opera dei re cristiani sparì quasi del tutto in Europa alla fine del X secolo pur sopravvivendo però quella forma di transizione dalla condizione di schiavo a quella di libero rappresentata dalla servitù della gleba che permase in Europa sino al XIX secolo quando fu abolita con l'emancipazione decisa in Russia nel 1861 dallo zar Alessandro II.
 
:La Chiesa con papa Gregorio XVI aveva già nel 1839 proclamato l'abolizione dello schiavismo.
 
Si tornò in Europa a discutere di abolizione della schiavitù con la scoperta del Nuovo Mondo che entrò a far parte dell'Impero spagnolo. Carlo V nel decreto del 1526, su parere del Consiglio Reale delle Indie, istituito per la protezione degli Indios, proibiva la schiavitù in tutto l'Impero.
 
Il 2 giugno del 1537, papa Paolo III in una sua lettera Veritas ipsa indirizzata al cardinale Jean de Tavera, arcivescovo di Toledo, dichiarava che gli Amerindi sono esseri umani che hanno diritto alla libertà e alla proprietà condannando decisamente la pratica della schiavitù: argomenti questi ribaditi ufficialmente, quasi con le stesse parole, con la bolla pontificia Sublimis Deus pubblicata pochi giorni dopo.
 
La scoperta del Nuovo Mondo aveva infatti posto nuovi problemi teologici alla Chiesa. «Già la stessa esistenza della popolazione americana su terre così lontane da ogni altro continente conosciuto faceva sorgere la questione di spiegarne l'origine e il passaggio sul Nuovo Mondo in maniera conforme al racconto della Genesi...» e d'altra parte veniva a mancare «...quella che era stata una convinzione unanime dei teologi medioevali che cioè non esistesse alcun paese al mondo in cui il Vangelo non fosse stato predicato» (R. Romeo, Le scoperte americane nella coscienza italiana del Cinquecento, Ricciardi, Milano-Napoli, 1959)
 
Si trattava di stabilire «quali possibilità di salvezza avesse l'uomo virtuoso rimasto nell'ignoranza della religione» (op.cit.ibidem)
 
La Chiesa rispose in maniera straordinariamente moderna sostenendo che anche i popoli rimasti fuori della Chiesa potevano partecipare della salvezza grazie all'assistenza diretta dell'Onnipotente. Il che voleva dire affermare la fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e di tutte le nazioni così come avrebbe sostenuto il frate Bartolomeo de Las Casas che difendendo l'indigeno americano difendeva l'uomo in quanto tale.
 
*Bartolomé de las Casas: Nonostante le leggi protettive delle popolazioni d'America continuò lo sfruttamento degli Indios al punto che fin dal 1516 (milcinquecentodiecisei) il frate Las Casas per evitarne l'estinzione totale si era fatto promotore del trasferimento in America dei negri dell'Africa e ciò veniva auspicato anche per motivazioni economiche in quanto i negri apparivano assai più idonei a resistere alle fatiche.
 
Era chiaro anche che con i massacri degli Indios:
 
:''«Vostra Maestà e la sua reale corona perdono grandi tesori e ricchezze che in tutta giustizia potrebbero ottenere, tanto dai vassalli indiani, quanto dalla popolazione spagnola, che se lasciasse vivere gli indiani, diverrebbe grande e potente, il che non sarà possibile se gli indiani muoiono».''
 
Si stabilì così che ad ogni colono spagnolo fosse concesso il diritto di importare dodici negri africani con l'obbligo di liberare e rimandare i suoi indiani ai loro villaggi e a quello che rimaneva delle loro terre.
«Di questo consiglio il prete Las Casas si pentì grandemente, poiché poté vedere e constatare che la cattività dei Negri è altrettanto ingiusta che quella degli Indiani...che l'ignoranza in cui si trovava e la sua buona volontà lo facciano perdonare dal giudizio divino...» (Istoria o Brevissima Relazione della Distruttione dell'Indie Occidentali di Mons. Reverendissimo Don Bartolomeo Dalle Case, Sivigliano dell'ordine dei Predicatori trad. di G.Castellani, Venezia, 1643)
 
La Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie occidentali che il Las Casas inviò al re di Spagna nel 1542 denunciando il genocidio degli Indios causò l'accesa reazione dei coloni che, accusandolo di aver tradito la sua razza e la sua religione, lo costrinsero a lasciare la sua diocesi di Chiapas e a ritornare in Spagna.
 
*Juan Ginés de Sepúlveda: Di fronte alla relazione di Bartolomeo De Las Casas, la Spagna fu scossa da un vasto dibattito tra i sostenitori della schiavitù e gli "abolizionisti". A sostegno dei primi un alto funzionario, il cronachista imperiale Juan Ginés de Sepúlveda scrisse nel 1547 un Trattato sopra le giuste cause della guerra contro gli indi (in G. Gliozzi, La scoperta dei selvaggi. Antropologia e colonialismo da Colombo a Diderot, Principato, Milano, 1971)
 
Secondo Sepùlveda, rifacendosi anche all'autorità di Aristotele, gli Indios non sono uomini ma omuncoli, servi per natura. La loro essenza umana è tale da destinarli inesorabilmente a divenire schiavi. Essi nascono come servi in potenza che diverranno prima o poi schiavi in atto e che proprio «...per la loro condizione naturale , sono tenuti all'obbedienza, in quanto il perfetto deve dominare sull'imperfetto.». Le prove di questa loro inferiorità naturale risiedono nel fatto che essi sono privi di cultura e di leggi scritte, che per loro ignavia si sono lasciati conquistare da un così piccolo numero di spagnoli e che infine anche quelli ritenuti i più civili tra loro, gli Aztechi eleggono i loro re invece di più civilmente designarli per successione ereditaria.
 
«Le idee esposte da Sepùlveda» scrisse Laurette Séjourné, archeologa ed etnologa francese «furono biasimate dalle autorità stesse che avevano sollecitato l'aiuto del casista e il manoscritto fu successivamente rifiutato dal Consiglio delle Indie e dal Consiglio Reale, dopo che le venerabili Università di Salamanca e di Alcalà ebbero dichiarato l'opera indesiderabile «per la sua dottrina malsana» (in Antiguas culturas precolombinas, México, Siglo XXI de España editores, 1976.)
 
Ma data la buona volontà del governo spagnolo per un umano trattamento degli Indios cosa nella pratica lo impediva? Innanzitutto era lo stesso sistema dell'encomienda, cioè dell'assegnazione ai coloni spagnoli non solo della piena disponibilità della terra ma anche degli indios che vi risiedevano con l'obbligo teorico dell'assistenza e della conversione al Cristianesimo.
Inoltre data l'impossibilità di applicare il sistema feudale alle popolazioni americane l'ipotetico diritto dell'indio, vittima di angherie e crudeltà, di chiedere giustizia ad un'autorità superiore a quella del colono suo padrone, era possibile solo con un appello diretto al lontanissimo imperatore in Spagna, al Consiglio reale e supremo delle Indie corte suprema di giustizia per tutte le cause civili e penali dei regni americani.
 
Non a caso l'abolizionismo, come movimento politico comincia a tradursi in concreti atti di legge a cominciare dal 1700 contemporaneamente alla diffusione delle idee illuministiche di libertà e uguaglianza di tutti gli uomini.
 
== ''Abolitiones'' nel diritto romano ==
Semantic and conceptual sources of abolitionism can be found in the institution of abolitio (from abolire, aboleō abolēs, abolet) in Roman Law.
Semantic and conceptual sources of abolitionism can be found in the institution of abolitio (from abolire, aboleō abolēs, abolet) in Roman Law.


=== Abolitio publica ===
=== Il bastone e la carota ===
The abolitio freed accused people before the verdict, it simply stopped the prosecution. In this sense, it was a liberating institution. There were three three types of abolitions: ex lege, privata, publica.
The abolitio freed accused people before the verdict, it simply stopped the prosecution. In this sense, it was a liberating institution. There were three three types of abolitions: ex lege, privata, publica.
Diritto Romano: tra dei tre tipi della istituzione della ''abolitio'' - ex lege, privata e publica - il ultimo era lo più importante.


Mit der ''abolitio publica'' wurden alle Anklagen (mit Ausnahme schwerster Verbrechensvorwürfe) von Staats aus Anlass eines Festes oder freudigen Ereignisses vom Senat (oder vom Kaiser) aufgehoben.
Mit der ''abolitio publica'' wurden alle Anklagen (mit Ausnahme schwerster Verbrechensvorwürfe) von Staats aus Anlass eines Festes oder freudigen Ereignisses vom Senat (oder vom Kaiser) aufgehoben.
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Am stärksten profitierten von den Abolitionen die Angehörigen der Oberschicht.
Am stärksten profitierten von den Abolitionen die Angehörigen der Oberschicht.


=== Il bastone e la carota ===
While earlier scholars like Theodor Mommsen attributed little relevance to the ''abolitio'', recent research revealed the important role that this institution used to play by:
While earlier scholars like Theodor Mommsen attributed little relevance to the ''abolitio'', recent research revealed the important role that this institution used to play by:


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Typisch war die Verbindung eines sehr strengen Strafrechts mit einer großzügigen Gnadenpraxis.
Typisch war die Verbindung eines sehr strengen Strafrechts mit einer großzügigen Gnadenpraxis.


=== L'Antico Regime ===
=== Lettres de cachet et lettres d'abolition ===
Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.
Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.


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Le più note lettres de cachet, comunque, erano quelle penali, con le quali un soggetto veniva condannato, senza processo e senza l'opportunità di difendersi, all'imprigionamento in un carcere di Stato o ordinario, al confino in un convento o un ospedale, alla deportazione nelle colonie, o all'espulsione in un'altra parte del reame. I benestanti talvolta compravano queste lettres per sbarazzarsi di individui indesiderati.
Le più note lettres de cachet, comunque, erano quelle penali, con le quali un soggetto veniva condannato, senza processo e senza l'opportunità di difendersi, all'imprigionamento in un carcere di Stato o ordinario, al confino in un convento o un ospedale, alla deportazione nelle colonie, o all'espulsione in un'altra parte del reame. I benestanti talvolta compravano queste lettres per sbarazzarsi di individui indesiderati.
Questo potere era un privilegio reale riconosciuto dalla vecchia legge francese, che può essere fatto risalire a una massima che corredava un testo del Compendio di Giustiniano: "Rex solutus est a legibus", ovvero "Il re è sciolto dalle leggi".
Questo potere era un privilegio reale riconosciuto dalla vecchia legge francese, che può essere fatto risalire a una massima che corredava un testo del Compendio di Giustiniano: "Rex solutus est a legibus", ovvero "Il re è sciolto dalle leggi".


Uno strumento pratico di governo reale[modifica | modifica wikitesto]
Oltre a servire al governo come arma silenziosa contro gli avversari politici e gli scrittori pericolosi, e come mezzo per punire i colpevoli di alto lignaggio senza lo scandalo di una causa, le lettres de cachet avevano molti altri utilizzi. Venivano usate dalla polizia per occuparsi delle prostitute, e in base alla loro autorità i pazzi venivano rinchiusi negli ospedali e a volte in prigione.
Oltre a servire al governo come arma silenziosa contro gli avversari politici e gli scrittori pericolosi, e come mezzo per punire i colpevoli di alto lignaggio senza lo scandalo di una causa, le lettres de cachet avevano molti altri utilizzi. Venivano usate dalla polizia per occuparsi delle prostitute, e in base alla loro autorità i pazzi venivano rinchiusi negli ospedali e a volte in prigione.


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In realtà, il segretario di Stato le emanava in maniera completamente arbitraria, e in molti casi il re non era a conoscenza della loro emissione. Si sa per certo che nel XVIII secolo le lettere venivano emesse in bianco, ovvero senza contenere il nome della persona contro cui erano dirette; i destinatari, o i mittenti, scrivevano il nome per rendere efficace la lettera.
In realtà, il segretario di Stato le emanava in maniera completamente arbitraria, e in molti casi il re non era a conoscenza della loro emissione. Si sa per certo che nel XVIII secolo le lettere venivano emesse in bianco, ovvero senza contenere il nome della persona contro cui erano dirette; i destinatari, o i mittenti, scrivevano il nome per rendere efficace la lettera.


Proteste contro il potere arbitrario[modifica | modifica wikitesto]
Proteste contro le lettres de cachet vennero mosse continuamente dal Parlamento di Parigi e dai parlamenti provinciali, e spesso anche dagli Stati Generali. Nel 1648 le Corti sovrane di Parigi ne produssero la momentanea soppressione in una specie di statuto delle libertà, che imposero alla corona, ma la durata fu effimera.
Proteste contro le lettres de cachet vennero mosse continuamente dal Parlamento di Parigi e dai parlamenti provinciali, e spesso anche dagli Stati Generali. Nel 1648 le Corti sovrane di Parigi ne produssero la momentanea soppressione in una specie di statuto delle libertà, che imposero alla corona, ma la durata fu effimera.


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A Parigi, nel 1779, la Cour des Aides domandò la loro soppressione, e nel marzo 1788 il parlamento di Parigi fece alcune rimostranze eccessivamente energiche, che sono importanti per la luce che gettarono sulla vecchia legge pubblica francese. La Corona, comunque, non decise di accantonare quest'arma, e in una dichiarazione agli Stati Generali, durante la sessione reale del 23 giugno 1789 (art. 15) non vi rinunciò assolutamente.
A Parigi, nel 1779, la Cour des Aides domandò la loro soppressione, e nel marzo 1788 il parlamento di Parigi fece alcune rimostranze eccessivamente energiche, che sono importanti per la luce che gettarono sulla vecchia legge pubblica francese. La Corona, comunque, non decise di accantonare quest'arma, e in una dichiarazione agli Stati Generali, durante la sessione reale del 23 giugno 1789 (art. 15) non vi rinunciò assolutamente.


Abolite dalla Rivoluzione, ripristinate da Napoleone[modifica | modifica wikitesto]
Le lettres de cachet vennero abolite dopo la Rivoluzione Francese dall'Assemblea Costituente, ma Napoleone ne reintrodusse l'equivalente con una misura politica nel decreto dell'8 marzo sulle prigioni di Stato. Questo fu uno degli atti che gli vennero contestati dalla consulta del senato del 3 aprile 1814, che pronunciò la sua caduta "considerando che egli ha violato le leggi costituzionali con i decreti sulle prigioni di Stato".
Le lettres de cachet vennero abolite dopo la Rivoluzione Francese dall'Assemblea Costituente, ma Napoleone ne reintrodusse l'equivalente con una misura politica nel decreto dell'8 marzo sulle prigioni di Stato. Questo fu uno degli atti che gli vennero contestati dalla consulta del senato del 3 aprile 1814, che pronunciò la sua caduta "considerando che egli ha violato le leggi costituzionali con i decreti sulle prigioni di Stato".


In the Ancien Régime, the right of abolition was incorporated in the royal lettres de justice; lettres de cachet and lettres d’abolition.
:In the Ancien Régime, the right of abolition was incorporated in the royal lettres de justice; lettres de cachet and lettres d’abolition.
Sealed royal letters contained orders that could not be subjected to any legal process, i.e. they were absolute and finite decisions. They were instruments for all kinds of interests. In 1680, e.g., the Comédie Française was founded by an order contained in a lettre de cachet. Today, they are best known for their politically repressive function. One of the reasons for this was the campaign against the lettres de cachet started by French philosopher and writer Voltaire.   
Sealed royal letters contained orders that could not be subjected to any legal process, i.e. they were absolute and finite decisions. They were instruments for all kinds of interests. In 1680, e.g., the Comédie Française was founded by an order contained in a lettre de cachet. Today, they are best known for their politically repressive function. One of the reasons for this was the campaign against the lettres de cachet started by French philosopher and writer Voltaire.   


The so called '''lettres d‘abolition''' freed accused persons from all legal proceedings, but in spite of this liberating character of theirs they attracted the same kind of dislike as the other lettres de cachet.  
:The so called '''lettres d‘abolition''' freed accused persons from all legal proceedings, but in spite of this liberating character of theirs they attracted the same kind of dislike as the other lettres de cachet.  


Ordonnance criminelle de 1670 (title 16, Des lettres d'abolition, rémission, pardon, pour ester à droit, rappel de ban ou de galères, commutation de peine, réhabilitation et révision de procès):
Ordonnance criminelle de 1670 (title 16, Des lettres d'abolition, rémission, pardon, pour ester à droit, rappel de ban ou de galères, commutation de peine, réhabilitation et révision de procès):
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:''Lettres d'abolition sont celles que le roi remet à l'auteur d'un crime non rémissible et par lesquelles le roi abolit la peine dont l'auteur du crime est passible. L'article 4 du titre 16 dispose qu'il ne sera pas accordé de lettre d'abolition en cas de duel, d'assassinat, de rapt avec violence ou encore d'excès contre les magistrats ou auxiliaires de justice, ni aux principaux coupables, ni à ceux qui les auraient aidés.
:''Lettres d'abolition sont celles que le roi remet à l'auteur d'un crime non rémissible et par lesquelles le roi abolit la peine dont l'auteur du crime est passible. L'article 4 du titre 16 dispose qu'il ne sera pas accordé de lettre d'abolition en cas de duel, d'assassinat, de rapt avec violence ou encore d'excès contre les magistrats ou auxiliaires de justice, ni aux principaux coupables, ni à ceux qui les auraient aidés.
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Diritto Romano: tra dei tre tipi della istituzione della ''abolitio'' - ex lege, privata e publica - il ultimo era lo più importante.


== Bibliografia e collegamenti esterni==
== Bibliografia e collegamenti esterni==
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*[http://de.wikipedia.org/wiki/Abolitionismus_%28Kriminologie%29 Abolitionismus in der de.wikipedia]
*[http://de.wikipedia.org/wiki/Abolitionismus_%28Kriminologie%29 Abolitionismus in der de.wikipedia]
*[[Aktualität und Zukunft des Abolitionismus]]
*[[Aktualität und Zukunft des Abolitionismus]]
*[[Herman Bianchi]]
*[[Lettre d'abolition]]
*[[Lettre de cachet]] in: krimpedia
*[[Lettre de cachet]] in: krimpedia
*[http://it.wikipedia.org/wiki/Lettre_de_cachet Lettre de cachet, in: it.wikipedia.org]
*[http://it.wikipedia.org/wiki/Lettre_de_cachet Lettre de cachet, in: it.wikipedia.org]

Aktuelle Version vom 12. Dezember 2014, 13:47 Uhr

Buongiorno. Mi chiamo Sebastian Scheerer. Ho insegnato all'università di Hamburgo in Germania fino all' inizio di questo anno e ora sono andato in pensione. Questo fatto mi ha permesso di cominciare a imparare l'italiano con il mio professore, che è Simone. Come sapete passeremo insieme i prossimi due giorni. Oggi vorrei presentare lo schema delle lezioni e parlare un pò dei concetti e della storia dell'abolizionismo. Più concretamente, nella prima ora mi concentrerò nelle molteplici declinazione che il concetto di abolizionismo ha avuto nella storia. Paritrò dall’istituzione dell’abolitio nel diritto romano per arrivare alle “lettres d’abolition” nel Ancien Régime. Lo scopo è quello di mostrarvi come il fenomeno della liberazione da un’istituzione repressiva è sempra esistito nelle società ocidentali, ma con forme e funzioni differenti. Nella seconda e terza ora parlere di come è stata soppressa la tratta degli schiavi transatlantica tra il settecento e l’ottocento, e di come è stata abolita la schiavitù. La finalità è di discutere i due punti di vista sull’abolizione della schiavitù, cioè una teoria economica e un’altra socio-culturale. Nella quarta ora di oggi, il scopo sarà l’abolizionismo legato alla prostituzione. Qui, incontremo la storia di due concetti abbastanza differenti dell’abolizionismo. Domani, allora, ci accingiamo (stiamo andando a; andremo) a discutere di alcune questioni importanti dell’ l'abolizionismo penale negli sue molteplici forme: l’abolizione della pena di morte, del carcere, e, finalmente, de tutt’il sistema della iustizia criminale inclusive del processo penale, della pena e di tutt’il gioco di colpa e punizione.

Concetti

  • Fenomeno storico-politico: l'abolizione della schiavitù nei seculi diciottesimo e dicianovesimo. Instanza negativa che revendicha di farla finita con el commercio degli schiavi e la schiavitù. Questo movimento nasce e si sviluppa in Europa e in America tra la fine del secolo XVIII (diciottesimo) e il secolo XIX (dicianovesimo)
  • ogni movimiento e ogni concetto teorico che ha come obiettivo di superare alcune istituzioni del diritto considerate repressive e ingiuste:il termine viene genericamente usato anche in riferimento a quelle correnti di pensiero o movimenti politici e sociali che si battono per l'abolizione di leggi, costumi o consuetudini ritenute non più adeguate ai tempi e ingiuste. È un'istanza morale basata su considerazioni umanitarie che emergono nella cultura illuministica o cristiana. Si parlave dell'abolizionismo
    • negli anni sessanta del secolo dicianovesimo in Inghilterra che sostenavano la necessità dell'abolizione della regolamentazione della prostituzione, e
    • negli anni trenta del secolo vigesimo negli Stati Uniti la necessità di porre fine a quelle leggi che proibivano l'uso di bevande alcoliche (proibizionismo)
    • - finalmente - riferindose alla pena di morte, al carcere e al diritto penale (abolizionismo penale).

Abolitiones delle diritto romano all'Antico Regime

Semantic and conceptual sources of abolitionism can be found in the institution of abolitio (from abolire, aboleō abolēs, abolet) in Roman Law.

Il bastone e la carota

Diritto Romano: tra dei tre tipi della istituzione della abolitio - ex lege, privata e publica - il ultimo era lo più importante.

Lettres de cachet et lettres d'abolition Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.

In caso di organizzazioni le lettres de cachet venivano emesse allo scopo di prevenirne l'assemblea o per ottenere degli atti ben precisi. Gli Stati provinciali vennero convocati in questo modo, con una lettre de cachet (in questo caso, una lettre de jussipri) nella quale il re ordinava al parlamento di approvare una legge che questi si erano rifiutato di far passare.

Le più note lettres de cachet, comunque, erano quelle penali, con le quali un soggetto veniva condannato, senza processo e senza l'opportunità di difendersi, all'imprigionamento in un carcere di Stato o ordinario, al confino in un convento o un ospedale, alla deportazione nelle colonie, o all'espulsione in un'altra parte del reame. I benestanti talvolta compravano queste lettres per sbarazzarsi di individui indesiderati. Questo potere era un privilegio reale riconosciuto dalla vecchia legge francese, che può essere fatto risalire a una massima che corredava un testo del Compendio di Giustiniano: "Rex solutus est a legibus", ovvero "Il re è sciolto dalle leggi".

Oltre a servire al governo come arma silenziosa contro gli avversari politici e gli scrittori pericolosi, e come mezzo per punire i colpevoli di alto lignaggio senza lo scandalo di una causa, le lettres de cachet avevano molti altri utilizzi. Venivano usate dalla polizia per occuparsi delle prostitute, e in base alla loro autorità i pazzi venivano rinchiusi negli ospedali e a volte in prigione.

Erano spesso usate anche dai capi famiglia come mezzo di correzione, ad esempio, per proteggere l'onore della famiglia dalle condotte disordinate o criminali dei figli. Anche le mogli se ne avvantaggiarono, per tenere a freno la dissolutezza dei mariti, e viceversa.

In realtà, il segretario di Stato le emanava in maniera completamente arbitraria, e in molti casi il re non era a conoscenza della loro emissione. Si sa per certo che nel XVIII secolo le lettere venivano emesse in bianco, ovvero senza contenere il nome della persona contro cui erano dirette; i destinatari, o i mittenti, scrivevano il nome per rendere efficace la lettera.

Proteste contro le lettres de cachet vennero mosse continuamente dal Parlamento di Parigi e dai parlamenti provinciali, e spesso anche dagli Stati Generali. Nel 1648 le Corti sovrane di Parigi ne produssero la momentanea soppressione in una specie di statuto delle libertà, che imposero alla corona, ma la durata fu effimera.

Non fu fino al regno di Luigi XVI che si ebbe una reazione contro questo abuso che era ormai chiaramente percettibile. All'inizio di quel regno, Malesherbes, tentò di infondere alcune misure di giustizia nel sistema, e nel marzo del 1784 il barone di Breteuil, un ministro della casa reale, emanò una circolare agli intendenti e ai tenenti di polizia, con indicazioni per prevenire gli abusi più gravi connessi all'emissione delle lettres de cachet.

Il Conte di Mirabeau scrisse un aspro atto d'accusa delle lettres de cachet mentre era imprigionato nelle segrete del castello di Vincennes (per una lettre de cachet ottenuta dal padre). Il trattato venne pubblicato dopo la sua liberazione nel 1782, sotto il titolo Les Lettres de cachet et des prisons d'etat e costituisce uno dei suoi lavori più abili ed eloquenti, diffuso ampiamente in tutta Europa.

A Parigi, nel 1779, la Cour des Aides domandò la loro soppressione, e nel marzo 1788 il parlamento di Parigi fece alcune rimostranze eccessivamente energiche, che sono importanti per la luce che gettarono sulla vecchia legge pubblica francese. La Corona, comunque, non decise di accantonare quest'arma, e in una dichiarazione agli Stati Generali, durante la sessione reale del 23 giugno 1789 (art. 15) non vi rinunciò assolutamente.

Le lettres de cachet vennero abolite dopo la Rivoluzione Francese dall'Assemblea Costituente, ma Napoleone ne reintrodusse l'equivalente con una misura politica nel decreto dell'8 marzo sulle prigioni di Stato. Questo fu uno degli atti che gli vennero contestati dalla consulta del senato del 3 aprile 1814, che pronunciò la sua caduta "considerando che egli ha violato le leggi costituzionali con i decreti sulle prigioni di Stato".


Lo schema

  • 1 L'abolizionismo nella storia
  • 1.1 Che cosa vuol dire abolizionismo?
  • 1.1.1 Esempio: E.P. Lovejoy
  • 1.1.2 Debattiti sull'abolizionismo nel Cinquecento
  • 1.2 Concetti (fenomeno storico-politico; generico: ogni movimiento e ogni concetto teorico che ha come obiettivo di superare alcune istituzioni del diritto considerate repressive e ingiuste)
  • 1.3 Radici nel diritto romano
  • 1.3.1 Abolitiones
  • 1.3.2 Il bastone e la carota
  • 1.3.3 L'Antico Regime e la Revoluzione Francesa di 1789 (nascita dell'abolizionismo como forma democratica della abolizione classica)
  • 1.2 From abolition to abolitionism
  • 1.2.1 Il significato dell'abolizione della schiavitù
  • 1.2.2 L'abolizione della tratta degli schiavi
  • 1.2.2.1 Protagonisti
  • 1.2.2.2 Resultati
  • 1.2.2.3 Cronologia
  • 1.3 L'abolizione della schiavitù
  • 1.3.1 Protagonisti
  • 1.3.2 Debattiti
  • 1.3.2.1 Schiavitù ed uguaglianza
  • 1.3.2.2 La revoluzione più grande della storia?
  • 1.3.2.3 Gradualismo vs. abolizionismo
  • 1.3.2.4 Rivolta armata vs. mezzi pacifici
  • 1.3.2.5 Motivazioni economiche vs. idealistiche dell'abolizionismo
  • 1.4 Prostituzione
  • 1.4.1 Protagonisti
  • 1.4.1.1 Josephine Butler
  • 1.4.1.2 Anna Pappritz
  • 1.4.2 Debattiti
1.4.2.1 Dignità
1.4.2.2 Prostituzione forzata
1.4.2.3 Olanda vs. paesi scandinavi
  • 2 L'abolizionismo penale
  • 2.1 L'abolizione della pena capitale
  • 2.2 L'abolizione delle carceri
  • 2.3 L'abolizione della pena (la giustiazia ristorativa)
  • 2.4 Che fare?
  • 2.4.1 Ristretti orrizonte
  • 2.4.2 No Prison
  • 2.4.3 ICOPA
  • 2.4.4 European Group for the Study of Deviance and Social Control

Che cosa vuol dire abolizionismo?

Un esempio: la storia di Elijah P. Lovejoy

Elijah P. Lovejoy

7 novembre 1837 – Ad Alton (Illinois), lo stampatore abolizionista Elijah P. Lovejoy viene ucciso dalla folla mentre tenta di proteggere il suo negozio dall'essere distrutto per la terza volta.
Il giornalista Elijah Lovejoy ha strenuamente difeso il suo diritto di pubblicare materiale abolizionista nel suo giornale, e morì per mano di una folla schiavista nel 1837.

Concetti

  1. Fenomeno storico-politico: l'abolizione della schiavitù nei seculi diciottesimo e dicianovesimo. Instanza negativa che revendicha di farla finita con el commercio degli schiavi e la schiavitù. Questo movimento nasce e si sviluppa in Europa e in America tra la fine del secolo XVIII (diciottesimo) e il secolo XIX (dicianovesimo)
  2. ogni movimiento e ogni concetto teorico che ha come obiettivo di superare alcune istituzioni del diritto considerate repressive e ingiuste: il termine viene genericamente usato anche in riferimento a quelle correnti di pensiero o movimenti politici e sociali che si battono per l'abolizione di leggi, costumi o consuetudini ritenute non più adeguate ai tempi e ingiuste. È un'istanza morale basata su considerazioni umanitarie che emergono nella cultura illuministica o cristiana. Si parlave dell'abolizionismo
    1. negli anni sessanta del secolo dicianovesimo in Inghilterra che sostenavano la necessità dell'abolizione della regolamentazione della prostituzione, e
    2. negli anni trenta del secolo vigesimo negli Stati Uniti la necessità di porre fine a quelle leggi che proibivano l'uso di bevande alcoliche (proibizionismo)
    3. e - finalmente - riferindose alla pena di morte, al carcere e al diritto penale (abolizionismo penale).

Abolitiones delle diritto romano all'Antico Regime

Semantic and conceptual sources of abolitionism can be found in the institution of abolitio (from abolire, aboleō abolēs, abolet) in Roman Law.

Il bastone e la carota

The abolitio freed accused people before the verdict, it simply stopped the prosecution. In this sense, it was a liberating institution. There were three three types of abolitions: ex lege, privata, publica.

Diritto Romano: tra dei tre tipi della istituzione della abolitio - ex lege, privata e publica - il ultimo era lo più importante.

Mit der abolitio publica wurden alle Anklagen (mit Ausnahme schwerster Verbrechensvorwürfe) von Staats aus Anlass eines Festes oder freudigen Ereignisses vom Senat (oder vom Kaiser) aufgehoben.

Insbesondere der Amtsantritt eines neuen Kaisers war regelmäßig Anlaß, um eine Amnestie und eine abolitio publica zu verkünden. Das steigerte die Beliebtheit des Herrschers.

Ehebruchsverfahren gegen inhaftierte Sklaven wurden allerdings trotz einer abolitio publica weitergeführt und in Untersuchungshaft befindliche Sklaven waren von abolitiones sowieso ausgenommen.

Am stärksten profitierten von den Abolitionen die Angehörigen der Oberschicht.

While earlier scholars like Theodor Mommsen attributed little relevance to the abolitio, recent research revealed the important role that this institution used to play by:

  1. relieving the criminal justice system of the burden of unresolved cases
  2. creating thankfulness to the Emperor for his clemency (=legitimacy) in contrast to the terrifying criminal law (= executive clemency vs. terrorizing courts).

Public abolitions, therefore, were quite an effective means of legitimizing the respective rulers, and an essential element of political maneuvering.

Small wonder that even after the fall of the Roman Empire, rulers held on to their privilege of extending clemency to accused and to sentenced subjects.

The right to stop a court proceeding before a sentence was reached was called the (rulers') "right of abolition" (Abolitionsrecht). An example was the abolition granted to the sculptor Benvenuto Cellini by pope Paul III (in 1534).

The right of abolition only began to vanish with the end of the era of absolute monarchies in Europe (1648-1789).

Typisch war die Verbindung eines sehr strengen Strafrechts mit einer großzügigen Gnadenpraxis.

Lettres de cachet et lettres d'abolition

Nella storia della Francia, le lettres de cachet erano lettere firmate dal re di Francia, controfirmate da uno dei suoi ministri e chiuse con il sigillo reale, o cachet. Le lettere contenevano ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello.

In caso di organizzazioni le lettres de cachet venivano emesse allo scopo di prevenirne l'assemblea o per ottenere degli atti ben precisi. Gli Stati provinciali vennero convocati in questo modo, con una lettre de cachet (in questo caso, una lettre de jussipri) nella quale il re ordinava al parlamento di approvare una legge che questi si erano rifiutato di far passare.

Le più note lettres de cachet, comunque, erano quelle penali, con le quali un soggetto veniva condannato, senza processo e senza l'opportunità di difendersi, all'imprigionamento in un carcere di Stato o ordinario, al confino in un convento o un ospedale, alla deportazione nelle colonie, o all'espulsione in un'altra parte del reame. I benestanti talvolta compravano queste lettres per sbarazzarsi di individui indesiderati.

Questo potere era un privilegio reale riconosciuto dalla vecchia legge francese, che può essere fatto risalire a una massima che corredava un testo del Compendio di Giustiniano: "Rex solutus est a legibus", ovvero "Il re è sciolto dalle leggi".

Oltre a servire al governo come arma silenziosa contro gli avversari politici e gli scrittori pericolosi, e come mezzo per punire i colpevoli di alto lignaggio senza lo scandalo di una causa, le lettres de cachet avevano molti altri utilizzi. Venivano usate dalla polizia per occuparsi delle prostitute, e in base alla loro autorità i pazzi venivano rinchiusi negli ospedali e a volte in prigione.

Erano spesso usate anche dai capi famiglia come mezzo di correzione, ad esempio, per proteggere l'onore della famiglia dalle condotte disordinate o criminali dei figli. Anche le mogli se ne avvantaggiarono, per tenere a freno la dissolutezza dei mariti, e viceversa.

In realtà, il segretario di Stato le emanava in maniera completamente arbitraria, e in molti casi il re non era a conoscenza della loro emissione. Si sa per certo che nel XVIII secolo le lettere venivano emesse in bianco, ovvero senza contenere il nome della persona contro cui erano dirette; i destinatari, o i mittenti, scrivevano il nome per rendere efficace la lettera.

Proteste contro le lettres de cachet vennero mosse continuamente dal Parlamento di Parigi e dai parlamenti provinciali, e spesso anche dagli Stati Generali. Nel 1648 le Corti sovrane di Parigi ne produssero la momentanea soppressione in una specie di statuto delle libertà, che imposero alla corona, ma la durata fu effimera.

Non fu fino al regno di Luigi XVI che si ebbe una reazione contro questo abuso che era ormai chiaramente percettibile. All'inizio di quel regno, Malesherbes, tentò di infondere alcune misure di giustizia nel sistema, e nel marzo del 1784 il barone di Breteuil, un ministro della casa reale, emanò una circolare agli intendenti e ai tenenti di polizia, con indicazioni per prevenire gli abusi più gravi connessi all'emissione delle lettres de cachet.

Il Conte di Mirabeau scrisse un aspro atto d'accusa delle lettres de cachet mentre era imprigionato nelle segrete del castello di Vincennes (per una lettre de cachet ottenuta dal padre). Il trattato venne pubblicato dopo la sua liberazione nel 1782, sotto il titolo Les Lettres de cachet et des prisons d'etat e costituisce uno dei suoi lavori più abili ed eloquenti, diffuso ampiamente in tutta Europa.

A Parigi, nel 1779, la Cour des Aides domandò la loro soppressione, e nel marzo 1788 il parlamento di Parigi fece alcune rimostranze eccessivamente energiche, che sono importanti per la luce che gettarono sulla vecchia legge pubblica francese. La Corona, comunque, non decise di accantonare quest'arma, e in una dichiarazione agli Stati Generali, durante la sessione reale del 23 giugno 1789 (art. 15) non vi rinunciò assolutamente.

Le lettres de cachet vennero abolite dopo la Rivoluzione Francese dall'Assemblea Costituente, ma Napoleone ne reintrodusse l'equivalente con una misura politica nel decreto dell'8 marzo sulle prigioni di Stato. Questo fu uno degli atti che gli vennero contestati dalla consulta del senato del 3 aprile 1814, che pronunciò la sua caduta "considerando che egli ha violato le leggi costituzionali con i decreti sulle prigioni di Stato".

In the Ancien Régime, the right of abolition was incorporated in the royal lettres de justice; lettres de cachet and lettres d’abolition.

Sealed royal letters contained orders that could not be subjected to any legal process, i.e. they were absolute and finite decisions. They were instruments for all kinds of interests. In 1680, e.g., the Comédie Française was founded by an order contained in a lettre de cachet. Today, they are best known for their politically repressive function. One of the reasons for this was the campaign against the lettres de cachet started by French philosopher and writer Voltaire.

The so called lettres d‘abolition freed accused persons from all legal proceedings, but in spite of this liberating character of theirs they attracted the same kind of dislike as the other lettres de cachet.

Ordonnance criminelle de 1670 (title 16, Des lettres d'abolition, rémission, pardon, pour ester à droit, rappel de ban ou de galères, commutation de peine, réhabilitation et révision de procès):

Lettres d'abolition sont celles que le roi remet à l'auteur d'un crime non rémissible et par lesquelles le roi abolit la peine dont l'auteur du crime est passible. L'article 4 du titre 16 dispose qu'il ne sera pas accordé de lettre d'abolition en cas de duel, d'assassinat, de rapt avec violence ou encore d'excès contre les magistrats ou auxiliaires de justice, ni aux principaux coupables, ni à ceux qui les auraient aidés.

Bibliografia e collegamenti esterni


  • Bales, Kevin (2000) I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale, traduzione di Maria Nadotti, Feltrinelli, Collana Universale Economica, Saggi.
  • Bloch, Marc (1972) Comme et pourqoi finit l'esclavage antique trad. a cura di Trigari, Messina-Firenze.
  • Dalle Case, Bartolomeo (= B. de las Casas) (1643) Istoria o Brevissima Relazione della Distruttione dell'Indie Occidentali di Mons. Reverendissimo Don Bartolomeo Dalle Case, Sivigliano dell'ordine dei Predicatori trad. di G. Castellani, Venezia.
  • Gamauf, Richard (2013) Zu den Rechtsfolgen der abolitio im klassischen Römischen Recht, in: K. Harter-Uibopuu/F. Mitthof (Hrsg.), Vergeben und Vergessen? Amnestie in der Antike (Beiträge zum 1. Wiener Kolloquium zur Antiken Rechtsgeschichte 27.-28.10.2008) (Wien 2013) 299 - 318.
  • Gliozzi, G. La scoperta dei selvaggi. Antropologia e colonialismo da Colombo a Diderot, Principato, Milano, 1971
  • Romeo, Rosario (1959) Le scoperte americane nella coscienza italiana del Cinquecento. Milano, Napoli: Ricciardi.

Film

  • Mission (USA 1986). Director: Roland Joffé. Sud America, 1767. In un territorio conteso da spagnoli e portoghesi, le missioni dei gesuiti sono l’ultimo rifugio dei Guaranì, altrimenti destinati allo sterminio. Qui si incontrano un frate e un mercenario spagnolo, ma mentre la musica affascina i nativi, l’uomo bianco avanza…

Voci correlate