Abolizionismo 2.2: Unterschied zwischen den Versionen

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== Dalla nascita alla morte annunciata del carcere ==


*[[Abolizionismo 1.2]]
*[[Abolizionismo 1.3]]
*[[Abolizionismo 1.4]]
*[[Abolizionismo 2.1]]
*[[Abolizionismo 2.2]]
*[[Abolizionismo 2.3]]
*[[Abolizionismo 2.4]]




=== La nascita della prigione ===
 
La seconda metà del XVIII secolo segna la nascita di un vasto movimento di riforma della politica punitiva che coinvolge quasi contemporaneamente molti paesi europei e statunitensi. L'inadeguatezza delle rare prigioni esistenti e le atrocità dei castighi corporali ancora applicati ai condannati nel corso del settecento generarono un po' ovunque proteste e rivolte che dettero l'avvio ad una radicale trasformazione nella strategia della punizione. Si affermò l'esigenza di una pena più umana, di un castigo almeno apparentemente senza supplizio ed in grado di trasformare e correggere il colpevole. Dopo i primi, limitati esperimenti delle Case di correzione, in questi anni si diffuse una nuova forma di disciplina carceraria rivolta alla mente del recluso e destinata, nel tempo, a sostituire definitivamente le punizioni corporali.
 
== Abolizione della pena di morte e nascita del carcere ==
 
La seconda metà del XVIII secolo segna la nascita di un vasto movimento di riforma della politica punitiva che coinvolge quasi contemporaneamente molti paesi europei e statunitensi. L'inadeguatezza delle rare prigioni esistenti e le atrocità dei castighi corporali ancora applicati ai condannati nel corso del settecento generarono un po' ovunque proteste e rivolte che dettero l'avvio ad una radicale trasformazione nella strategia della punizione. Dopo i primi, limitati esperimenti delle Case di correzione, in questi anni si diffuse una nuova forma di disciplina carceraria rivolta alla mente del recluso e destinata, nel tempo, a sostituire definitivamente le punizioni corporali.


La nuova tecnica punitiva rafforzò e perfezionò la funzione disciplinare attribuita alla religione nelle Case di internamento del XVI e XVII secolo. Il sentimento religioso fu considerato un elemento indispensabile dell'educazione penitenziaria, la massima garanzia per la restaurazione dell'ordine morale e sociale, sia all'interno che al di fuori delle prigioni. La religione doveva toccare, purificare, persuadere e santificare il cuore umano e contribuire al perfezionamento morale dell'umanità. Il penitenziario si propose infatti non solo finalità meramente punitive e di difesa sociale, ma soprattutto, ed in modo razionale e pianificato, l'emendamento ed il miglioramento spirituale dei prigionieri. Uno dei principali obiettivi che esso si prefisse fu "l'educazione delle passioni", cioè il potere di governale, attraverso l'imposizione ai reclusi di abitudini di ordine, di regolarità, di lavoro e soprattutto di severe norme morali e religiose.
La nuova tecnica punitiva rafforzò e perfezionò la funzione disciplinare attribuita alla religione nelle Case di internamento del XVI e XVII secolo. Il sentimento religioso fu considerato un elemento indispensabile dell'educazione penitenziaria, la massima garanzia per la restaurazione dell'ordine morale e sociale, sia all'interno che al di fuori delle prigioni. La religione doveva toccare, purificare, persuadere e santificare il cuore umano e contribuire al perfezionamento morale dell'umanità. Il penitenziario si propose infatti non solo finalità meramente punitive e di difesa sociale, ma soprattutto, ed in modo razionale e pianificato, l'emendamento ed il miglioramento spirituale dei prigionieri. Uno dei principali obiettivi che esso si prefisse fu "l'educazione delle passioni", cioè il potere di governale, attraverso l'imposizione ai reclusi di abitudini di ordine, di regolarità, di lavoro e soprattutto di severe norme morali e religiose.
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A Filadelfia la riforma e la sottomissione del detenuto furono invece più profonde ed affidate al lavoro stesso della coscienza del recluso: i muri diventavano la punizione del crimine e la cella, mettendo il detenuto in presenza di se stesso, lo obbligava ad ascoltare la sua coscienza.
A Filadelfia la riforma e la sottomissione del detenuto furono invece più profonde ed affidate al lavoro stesso della coscienza del recluso: i muri diventavano la punizione del crimine e la cella, mettendo il detenuto in presenza di se stesso, lo obbligava ad ascoltare la sua coscienza.


=== La lutta contro il carcere ===
== La lotta contro il carcere ==
The idea to abolish prisons is as old as prisons themselves. In the 19th century, voices like Thomas Buxton of the British Parliament and Victor Hugo of France condemned the prison system and retributive justice.
The idea to abolish prisons is as old as prisons themselves. In the 19th century, voices like Thomas Buxton of the British Parliament and Victor Hugo of France condemned the prison system and retributive justice.


==== Protagonisti ====
=== Protagonisti ===
 
==== I quaccheri canadesi ====
Nel 1981, i quaccheri canadesi approvavano una risoluzione che diceva:


===== I quaccheri canadesi =====
:"Il sistema carcerario è sia causa sia conseguenza di violenza e di ingiustizia sociale. Nel corso della storia, la maggior parte dei prigionieri sono stati i deboli e gli oppressi. È sempre più chiaro che la detenzione di esseri umani, come la loro riduzione in schiavitù, è intrinsecamente immorale, ed è altrettanto distruttivo per i carcerieri quanto per prigioneri."


Für die Abschaffung der Gefängnisse setzen sich mehrere (häufig religiös inspirierte) abolitionistische Gruppen ein. So etwa die britische Gruppe Radical Alternatives to Prison (RAP; Zeitschrift: The Abolitionist). 1983 wurde die International Conference on Prison Abolition (ICOPA) gegründet, die 1987 das Wort Prison durch Penal ersetzte. Vor allem in Skandinavien entstanden in den 1970er Jahren Vereinigungen, die sich die Abschaffung des Gefängnisses zur Aufgabe stellten. So der dänische Verein für humane Kriminalpolitik (KRIM), die schwedische Vereinigung für Strafvollzugsreform (KRUM) und der norwegische Verein für Kriminalreform (KROM). Letzterer hatte nicht zuletzt aufgrund des Engagements von Thomas Mathiesen (1974) und Nils Christie auch Einfluss auf Deutschland wie z.B. auf die Gründung des Vereins für eine bessere Kriminalpolitik (IbK) und des kriminalpolitischen Arbeitskreises in der Arbeitsgemeinschaft sozialpolitischer Arbeitskreise (KRAK in der AG SPAK). Michel Foucault wiederum engagierte sich zu der Zeit in der Gruppe Gefängnisinformation (GIP; Groupe d'Information sur les Prisons). Während diese Initiativen wenig greifbare Erfolge vorweisen konnten, hat sich an der Peripherie der westlichen Welt, speziell in Neuseeland und Australien, aber auch in Kanada, eine Bewegung der Restorative Justice etabliert, die nicht mehr auf Einschließungsmilieus setzt. Erfolge dieser Art belegen u.U. die Ansicht von Theoretikern wie Klaus Lüderssen (1984) und Gilles Deleuze (1990), dass sich die westlichen Gesellschaften bereits dem Ende der Epoche der Freiheitsstrafe nähern.
Für die Abschaffung der Gefängnisse setzen sich mehrere (häufig religiös inspirierte) abolitionistische Gruppen ein. So etwa die britische Gruppe Radical Alternatives to Prison (RAP; Zeitschrift: The Abolitionist). 1983 wurde die International Conference on Prison Abolition (ICOPA) gegründet, die 1987 das Wort Prison durch Penal ersetzte. Vor allem in Skandinavien entstanden in den 1970er Jahren Vereinigungen, die sich die Abschaffung des Gefängnisses zur Aufgabe stellten. So der dänische Verein für humane Kriminalpolitik (KRIM), die schwedische Vereinigung für Strafvollzugsreform (KRUM) und der norwegische Verein für Kriminalreform (KROM). Letzterer hatte nicht zuletzt aufgrund des Engagements von Thomas Mathiesen (1974) und Nils Christie auch Einfluss auf Deutschland wie z.B. auf die Gründung des Vereins für eine bessere Kriminalpolitik (IbK) und des kriminalpolitischen Arbeitskreises in der Arbeitsgemeinschaft sozialpolitischer Arbeitskreise (KRAK in der AG SPAK). Michel Foucault wiederum engagierte sich zu der Zeit in der Gruppe Gefängnisinformation (GIP; Groupe d'Information sur les Prisons). Während diese Initiativen wenig greifbare Erfolge vorweisen konnten, hat sich an der Peripherie der westlichen Welt, speziell in Neuseeland und Australien, aber auch in Kanada, eine Bewegung der Restorative Justice etabliert, die nicht mehr auf Einschließungsmilieus setzt. Erfolge dieser Art belegen u.U. die Ansicht von Theoretikern wie Klaus Lüderssen (1984) und Gilles Deleuze (1990), dass sich die westlichen Gesellschaften bereits dem Ende der Epoche der Freiheitsstrafe nähern.
*Quaccheri


*William Penn was the first great Quaker prison reformer. In his 'Great Experiment' in Pennsylvania in the 1680s he abolished capital punishment for all crimes  ...
*William Penn was the first great Quaker prison reformer. In his 'Great Experiment' in Pennsylvania in the 1680s he abolished capital punishment for all crimes  ...
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*Michel Foucault
*Michel Foucault


=====Thomas Mathiesen=====
*Thomas (Herman) Bianchi


====Socialisti e anarchici ====


=====Thomas (Herman) Bianchi=====
*KROM, KRUM, KRIM ....


==== Resultati ====
*[http://ita.anarchopedia.org/Croce_Nera_Anarchica Black Cross]
Talvolta le lotte abolizioniste sono volte anche all’ottenimento di conquiste parziali (miglioramento condizioni di vita dei carcerati, migliori cure mediche ecc.), tuttavia no ci sa se erano realmente gli abolizionisti chi sono arrivati a questi conquiste (domanda dalla causalità).


=== Debattiti ===
=== Risultati ===
Talvolta le lotte abolizioniste sono volte anche all’ottenimento di conquiste parziali (migliori condizioni di vita dei carcerati, migliori cure mediche ecc.), tuttavia ((even though) non si sa se erano realmente gli abolizionisti che sono arrivati a queste conquiste (questione del rapporto di causalità).


==== Goals of Imprisonment ====
== Why abolish prisons? ==
=== Goals of Imprisonment ===
*Rehabilitation (special prevention)
*Deterrence (general prevention; negative)
*Affirmation of the normative order (general prevention; positive)
*Retribution (vengeance)


==== Empirical Effects: Success or Failure? ====
=== Effects of Imprisonment ===
*The pains of imprisonment
====Effectivity and Efficiency====
*The fallacy of moral reform in isolation
*The fallacy of moral reform in isolation


==== Moral Questions ====
====Unintenden Consequences====
*The pains of imprisonment====
 
====Counterproductive Effects====
*Self-pity instead of remorse


*The need for social learning in the community
== Why is it possible to abolish prisons? ==
=== There are alternatives ===
*Social learning in the community
*Re-integrative shaming, support, and accountability
*Re-integrative shaming, support, and accountability
*Restorative Justice
*Restorative Justice
*Justice Re-Investment
*Justice Re-Investment


==== Strategies ====
=== La crisi generalizzata di tutti gli ambienti di reclusione ===
*Thomas Mathiesen: "positive" vs. "negative" reforms
Bonchi (2002) ha descritto come, seguito Gilles Deleuze, il funzionamento del modello disciplinare del ventesimo secolo appare ora attraversare una crisi profonda.
 


====È possibile un mondo senza prigione?====
Scrive in proposito Gilles Deleuze: "Ci troviamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di reclusione, prigione, ospedale, fabbrica, scuola e famiglia [...] Riformare la scuola, riformare l'industria, l'ospedale, la fabbrica, l'esercito, il carcere: ma ciascuno sa che queste istituzioni sono finite, a scadenza più o meno lunga. Si tratta soltanto di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all'istallazione di nuove forze che premono alle porte. Queste sono le società del controllo che stanno per sostituire le società disciplinari".


=====Deleuze=====
Lo stesso Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France prospetta l'emergere di pratiche di controllo ulteriori rispetto a quelle disciplinari che aveva descritto in Sorvegliare e Punire. Delinea i passaggi attraverso i quali prende forma storicamente un'arte di governare, che si definisce pienamente nel XVIII secolo, quando l'economia politica entra a far parte della scienza del governo. Foucault chiama governamentalità la nuova tecnologia di potere, e la definisce in questi termini: "L'insieme costituito dalle istituzioni, procedure, analisi, riflessioni, calcoli e tattiche che permettono di esercitare questa forma molto specifica sebbene molto complessa di potere, che ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l'economia politica, per strumenti tecnici essenziali i dispositivi di sicurezza".
Questo, grossomodo, il funzionamento del modello disciplinare che, raggiunto il suo apogeo agli inizi del ventesimo secolo, appare ora attraversare una crisi profonda. Scrive in proposito Gilles Deleuze: "Ci troviamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di reclusione, prigione, ospedale, fabbrica, scuola e famiglia [...] Riformare la scuola, riformare l'industria, l'ospedale, la fabbrica, l'esercito, il carcere: ma ciascuno sa che queste istituzioni sono finite, a scadenza più o meno lunga. Si tratta soltanto di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all'istallazione di nuove forze che premono alle porte. Queste sono le società del controllo che stanno per sostituire le società disciplinari".


Lo stesso Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France prospetta l'emergere di pratiche di controllo ulteriori rispetto a quelle disciplinari che aveva descritto in Sorvegliare e Punire. Delinea i passaggi attraverso i quali prende forma storicamente un'arte di governare, che si definisce pienamente nel XVIII secolo, quando l'economia politica entra a far parte della scienza del governo. Foucault chiama governamentalità la nuova tecnologia di potere, e la definisce in questi termini: "L'insieme costituito dalle istituzioni, procedure, analisi, riflessioni, calcoli e tattiche che permettono di esercitare questa forma molto specifica sebbene molto complessa di potere, che ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l'economia politica, per strumenti tecnici essenziali i dispositivi di sicurezza"2.
Continuità o rottura tra il modello disciplinare e i nuovi controlli che si moltiplicano nella società contemporanea? A prima vista, la questione sembra dipendere dall'interpretazione che si dà del concetto foucaultiano di disciplina: se questo non viene ridotto a un insieme di caratteri specifici (individualizzazione, localizzazione in determinati spazi come la scuola o la prigione, finalità "morale" di recupero dell'individuo), si può parlare di continuità; essendo la discipina una tecnologia di potere, possono mutarne gli spazi, i dispositivi, gli oggetti immediati senza che ne derivi un mutamento di paradigma .
 
Continuità o rottura tra il modello disciplinare e i nuovi controlli che si moltiplicano nella società contemporanea? A prima vista, la questione sembra dipendere dall'interpretazione che si dà del concetto foucaultiano di disciplina: se questo non viene ridotto a un insieme di caratteri specifici (individualizzazione, localizzazione in determinati spazi come la scuola o la prigione, finalità "morale" di recupero dell'individuo), si può parlare di continuità; essendo la discipina una tecnologia di potere, possono mutarne gli spazi, i dispositivi, gli oggetti immediati senza che ne derivi un mutamento di paradigma 3.


Un'altra ipotesi possibile è che le trasformazioni in atto siano talmente profonde da sconvolgere il paradigma disciplinare. Secondo la definizione di Deleuze, un sistema "a geometria variabile" sostituisce i modelli-stampo delle reclusioni: la gestione delle società di controllo organizza il sociale secondo il criterio della modulazione su uno spazio liscio; essa supervisiona il funzionamento ma non ha più la pretesa di creare modelli stabili.  
Un'altra ipotesi possibile è che le trasformazioni in atto siano talmente profonde da sconvolgere il paradigma disciplinare. Secondo la definizione di Deleuze, un sistema "a geometria variabile" sostituisce i modelli-stampo delle reclusioni: la gestione delle società di controllo organizza il sociale secondo il criterio della modulazione su uno spazio liscio; essa supervisiona il funzionamento ma non ha più la pretesa di creare modelli stabili.  


Così l'impresa ha sostituito la centralità della fabbrica: "Senza dubbio già la fabbrica conosceva il sistema dei premi, ma l'impresa si sforza più profondamente d'imporre una modulazione di ogni salario, in stati di perpetua metastabilità che passano attraverso sfide, concorsi e colloqui estremamente comici [...]. La fabbrica costituiva gli individui in corpo, per il doppio vantaggio e del padronato che sorvegliava ogni elemento nella massa, e dei sindacati che mobilitavano una massa di resistenza; ma l'impresa non cessa di introdurre una rivalità inespiabile come sana emulazione, motivazione eccellente che oppone gli individui tra di loro e attraversa ognuno, dividendolo in se stesso"4.
Così l'impresa ha sostituito la centralità della fabbrica: "Senza dubbio già la fabbrica conosceva il sistema dei premi, ma l'impresa si sforza più profondamente d'imporre una modulazione di ogni salario, in stati di perpetua metastabilità che passano attraverso sfide, concorsi e colloqui estremamente comici [...]. La fabbrica costituiva gli individui in corpo, per il doppio vantaggio e del padronato che sorvegliava ogni elemento nella massa, e dei sindacati che mobilitavano una massa di resistenza; ma l'impresa non cessa di introdurre una rivalità inespiabile come sana emulazione, motivazione eccellente che oppone gli individui tra di loro e attraversa ognuno, dividendolo in se stesso".


Come l'impresa rimpiazza la fabbrica, così la formazione permanente tende a rimpiazzare la scuola, e il controllo continuo prende il posto dell'esame. Nelle società disciplinari non si finiva mai di ricominciare passando da uno spazio chiuso all'altro (dalla scuola alla caserma, dalla caserma alla fabbrica ecc...); nelle società di controllo non si finisce mai con nulla, ci spiega Deleuze, in quanto ciascun meccanismo (l'impresa, la formazione) è un "sistema metastabile di una stessa modulazione"5.  
Come l'impresa rimpiazza la fabbrica, così la formazione permanente tende a rimpiazzare la scuola, e il controllo continuo prende il posto dell'esame. Nelle società disciplinari non si finiva mai di ricominciare passando da uno spazio chiuso all'altro (dalla scuola alla caserma, dalla caserma alla fabbrica ecc...); nelle società di controllo non si finisce mai con nulla, ci spiega Deleuze, in quanto ciascun meccanismo (l'impresa, la formazione) è un "sistema metastabile di una stessa modulazione".  


Con la fine del fordismo, della produzione tayloristica incentrata sulla fabbrica, con il passaggio da un capitalismo per la produzione ad un capitalismo per il mercato, basato su quelle che Deleuze chiama macchine di terzo tipo, ossia computer e macchine informatiche, e che si dispiega attraverso flussi comunicativi, ogni modello stabile diventa disfunzionale. Non esistono più un dentro e un fuori, e la collocazione del singolo viene ridefinita di volta in volta, non rispetto ad un codice normativo predeterminato, ma in base al codice d'accesso (pass-word) che egli possiede in un preciso momento e per una determinata condizione.  
Con la fine del fordismo, della produzione tayloristica incentrata sulla fabbrica, con il passaggio da un capitalismo per la produzione ad un capitalismo per il mercato, basato su quelle che Deleuze chiama macchine di terzo tipo, ossia computer e macchine informatiche, e che si dispiega attraverso flussi comunicativi, ogni modello stabile diventa disfunzionale. Non esistono più un dentro e un fuori, e la collocazione del singolo viene ridefinita di volta in volta, non rispetto ad un codice normativo predeterminato, ma in base al codice d'accesso (pass-word) che egli possiede in un preciso momento e per una determinata condizione.  


Non è difficile comprendere come questa crisi del paradigma produttivo fordista abbia una ripercussione immediata sulle relazioni umane La fine di un quadro preciso di riferimento lascia il soggetto in balia dell'emergenza. Ogni riferimento certo è perduto, la regola si moltiplica e viene richiesta la massima flessibilità.
Non è difficile comprendere come questa crisi del paradigma produttivo fordista abbia una ripercussione immediata sulle relazioni umane La fine di un quadro preciso di riferimento lascia il soggetto in balia dell'emergenza. Ogni riferimento certo è perduto, la regola si moltiplica e viene richiesta la massima flessibilità.
Questa situazione produce la schizofrenia di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani. Secondo la loro analisi, nei casi peggiori l'individuo reagisce chiudendosi, riterritorializzandosi in dinamiche identitarie e microfasciste 6. Perdita di senso e riterritorializzazioni microfasciste rintracciabili in varia forma e in differenti tendenze sociali rappresentano la ricaduta sociale dello stato di emergenza indotto dalla crisi del paradigma produttivo 7: ossessione per la "sicurezza", ideologia della "tolleranza zero", vecchie e nuove fobie come l'"emergenza profughi" o quella sulla microcriminalità, che aprono la strada alle pratiche di controllo globale sul sociale, sono il prodotto di questa situazione di crisi permanente.
Questa situazione produce la schizofrenia di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani. Secondo la loro analisi, nei casi peggiori l'individuo reagisce chiudendosi, riterritorializzandosi in dinamiche identitarie e microfasciste 6. Perdita di senso e riterritorializzazioni microfasciste rintracciabili in varia forma e in differenti tendenze sociali rappresentano la ricaduta sociale dello stato di emergenza indotto dalla crisi del paradigma produttivo: ossessione per la "sicurezza", ideologia della "tolleranza zero", vecchie e nuove fobie come l'"emergenza profughi" o quella sulla microcriminalità, che aprono la strada alle pratiche di controllo globale sul sociale, sono il prodotto di questa situazione di crisi permanente.
 
 
Hulsman
 
Lei osserva nelle ultime pagine di Sorvegliare e punire che la tecnica disciplinare è diventata una delle funzioni principali della nostra società. Il relativo potere raggiunge la sua più alta intensità nell'istituzione penitenziaria. Lei dice d'altra parte che il carcere non è necessariamente indispensabile a una società come la nostra poiché '''perde buona parte della sua ragione d'essere tra i sempre più numerosi dispositivi di normalizzazione. E quindi concepibile una società senza carcere?''' Questa utopia comincia a essere presa sul serio da alcuni criminologi. Per esempio, Louk '''Hulsman''', professore di diritto penale all'università di Rotterdam, difende la teoria dell'abolizione del sistema penale. Il ragionamento su cui si basa questa teoria si ricollega ad alcune delle sue analisi: il sistema penale crea il delinquente, si rivela fondamentalmente incapace di realizzare le finalità sociali che è supposta perseguire, qualsiasi riforma è illusoria. L'unica soluzione coerente è la sua abolizione. Hulsman osserva che la maggior parte dei reati sfugge al sistema penale senza mettere in pericolo la società. Propone allora di decriminalizzare sistematicamente la maggior parte degli atti e dei comportamenti che la legge considera crimini o reati, e di sostituire al concetto di crimine quello di '''«situazione-problema»'''. Invece di punire e di stigmatizzare, tentare di regolare i conflitti con delle procedure di arbitrariato, di conciliazione non giudiziaria, considerare le infrazioni alla stessa stregua dei rischi sociali, continuando a ritenere essenziale il risarcimento della parte lesa. L'intervento dell'apparato giudiziario verrebbe riservato ai casi gravi o, in ultima istanza, nel caso d'insuccesso dei tentativi di conciliazione e delle soluzioni di diritti civili. La teoria di Hulsman è di quelle che presuppongono una rivoluzione culturale. Che cosa pensa di questa idea abolizionista riassunta schematicamente?
 
:Credo che siano molte cose interessanti nella tesi di Hulsman, non fosse altro per la sfida che pone alla questione del fondamento del diritto di punire dicendo che non c'è più niente da punire. Trovo anche interessante il fatto che pone la questione del fondamento della punizione tenendo conto nello stesso tempo dei mezzi attraverso i quali si risponde a un qualcosa che è considerato come infrazione. In altre parole, la questione dei mezzi non è semplicemente una conseguenza del modo in cui si sarebbe potuto porre il problema del fondamento del diritto di punire, ma a suo modo di vedere, la riflessione sul fondamento del diritto di punire e il modo di reagire a un infrazione devono costituire un tutt'uno. Tutto ciò mi sembra molto stimolante, molto importante. Forse non ho una conoscenza approfondita della sua opera, ma mi sorgono alcuni dubbi. La nozione di «situazione-problema» non conduce a una psicologizzazione sia dell'atto che della reazione? Una pratica come questa non rischia, anche se non è ciò che spera Hulsman, di condurre ad una specie di dissociazione tra le reazioni sociali, collettive, istituzionali del crimine da una parte che verrà considerato un incidente e dovrà essere regolato alla stessa stregua, e dall'altra, per quanto riguarda il delinquente, a una iper-psicologizzazione che lo rende oggetto di interventi psichiatrici o medici, con dei fini terapeutici?
 
Ma questa concezione del crimine non porta anche all'abolizione delle nozioni di responsabilità e di colpevolezza? Dato che nelle nostre società il male esiste, la coscienza della colpevolezza (che secondo Paul Ricoeur è nata presso i greci) non adempie una funzione sociale necessaria? '''E possibile concepire una società completamente esonerata da ogni senso di colpevolezza?''''''Fetter Text'''
 
:Il problema non è sapere se una società può funzionare senza colpevolezza, il problema è piuttosto stabilire se la società può far funzionare la consapevolezza come principio organizzatore e fondatore di un diritto. Ricoeur fa benissimo a porre il problema della coscienza morale, e lo pone da filosofo o da storico della filosofia. È legittimo dire che la colpevolezza esiste, che esiste da una certa epoca in poi. Si può discutere se l'origine sia greca o meno. Ad ogni modo esiste e non vedo come una società come la nostra, ancora così fortemente radicata in una tradizione che è anche quella greca potrebbe esonerarsi dal senso di colpevolezza. Per molto tempo si è creduto di poter direttamente articolare un sistema di diritto e una istituzione giudiziaria su una nozione come quella della colpevolezza. Per noi invece la questione è aperta.
 
:Credo in effetti che il diritto penale faccia parte del gioco sociale in una società come la nostra, e che non debba mascherarlo. Ciò '''significa che gli individui che fanno parte di questa società devono riconoscersi come soggetti di diritto che in quanto tali possono essere puniti e castigati se infrangono qualche regola.''' Non vi è in questo, credo, niente di scandaloso. '''Ma è dovere della società fare in modo che gli individui possano effettivamente riconoscersi come soggetti di diritto. Cosa che è difficile quando il sistema penale in vigore è arcaico, arbitrario, inadeguato ai problemi reali che si pongono a una società.'''


:Consideriamo per esempio il solo campo dei reati economici. Il lavoro che si deve realmente fare a priori non consiste nell'iniettare sempre più medicina o psichiatria per modulare questo sistema e renderlo più accettabile. Bisogna ripensare il sistema penale in sé. Non auspico con questo un ritorno alla severità del codice penale del 1810. Auspico invece un ritorno all'idea seria di un diritto penale che definisca chiaramente ciò che in una società come la nostra può essere considerato passibile di punizione o meno, persino un ritorno a un sistema che definisca le regole del gioco sociale. Diffido di coloro che vogliono tornare al sistema del 1810 con il pretesto che la medicina e la psichiatria fanno perdere il senso della giustizia penale. Ma diffido anche di coloro che pur sistemandolo, migliorandolo e attenuandolo con delle modulazioni psichiatriche e psicologiche, in fondo l'accettano.
== How to overcome prisons ==
===Thomas Mathiesen===
*"positive" vs. "negative" reforms


=== Weblinks und Literatur ===
==Weblinks und Literatur ==
*[http://ita.anarchopedia.org/abolizione_del_carcere Abolizione del carcere, in: it.anarchopedia.org]
*[http://ita.anarchopedia.org/abolizione_del_carcere Abolizione del carcere, in: it.anarchopedia.org]
*Bianchi, Herman Thomas (1966) Ethik des Strafens, Neuwied: Luchterhand
*Bianchi, Herman Thomas (1966) Ethik des Strafens, Neuwied: Luchterhand
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*[http://www.ecn.org/filiarmonici/bourque1988.html Bourque, Yves (1988) L'abolizione del carcere (orig. pubblicato sulla rivista canadese Journal of Prisoners on Prisons, volume 1, estate 1988, http://www.jpp.org/]
*[http://www.ecn.org/filiarmonici/bourque1988.html Bourque, Yves (1988) L'abolizione del carcere (orig. pubblicato sulla rivista canadese Journal of Prisoners on Prisons, volume 1, estate 1988, http://www.jpp.org/]
*[http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/direpunire.htm Che vuol dire punire (intervista a Michel Foucault) di Foulek Ringelheim (menziona Louk Hulsman)]
*[http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/direpunire.htm Che vuol dire punire (intervista a Michel Foucault) di Foulek Ringelheim (menziona Louk Hulsman)]
*[http://ita.anarchopedia.org/Croce_Nera_Anarchica Croce Nera Anarchica, in: ita.anarchopedia.org]
*Deleuze, Gilles (1994), Post-scriptum sur les sociétès de controle, in Pourparlers, Paris, Minuit, 1990, trad. It. di G. Caccia, in "DeriveApprodi" 9/10, 1994, p.3.
*Deleuze, Gilles (1994), Post-scriptum sur les sociétès de controle, in Pourparlers, Paris, Minuit, 1990, trad. It. di G. Caccia, in "DeriveApprodi" 9/10, 1994, p.3.


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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Fay Honey Knopp]]
*[[Louk Hulsman]]
*[[Louk Hulsman]]
*[[Nils Christie]]
*[[Nils Christie]]
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