Abolizionismo 2.2: Unterschied zwischen den Versionen

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Non è difficile comprendere come questa crisi del paradigma produttivo fordista abbia una ripercussione immediata sulle relazioni umane La fine di un quadro preciso di riferimento lascia il soggetto in balia dell'emergenza. Ogni riferimento certo è perduto, la regola si moltiplica e viene richiesta la massima flessibilità.
Non è difficile comprendere come questa crisi del paradigma produttivo fordista abbia una ripercussione immediata sulle relazioni umane La fine di un quadro preciso di riferimento lascia il soggetto in balia dell'emergenza. Ogni riferimento certo è perduto, la regola si moltiplica e viene richiesta la massima flessibilità.
Questa situazione produce la schizofrenia di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani. Secondo la loro analisi, nei casi peggiori l'individuo reagisce chiudendosi, riterritorializzandosi in dinamiche identitarie e microfasciste 6. Perdita di senso e riterritorializzazioni microfasciste rintracciabili in varia forma e in differenti tendenze sociali rappresentano la ricaduta sociale dello stato di emergenza indotto dalla crisi del paradigma produttivo 7: ossessione per la "sicurezza", ideologia della "tolleranza zero", vecchie e nuove fobie come l'"emergenza profughi" o quella sulla microcriminalità, che aprono la strada alle pratiche di controllo globale sul sociale, sono il prodotto di questa situazione di crisi permanente.
Questa situazione produce la schizofrenia di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani. Secondo la loro analisi, nei casi peggiori l'individuo reagisce chiudendosi, riterritorializzandosi in dinamiche identitarie e microfasciste 6. Perdita di senso e riterritorializzazioni microfasciste rintracciabili in varia forma e in differenti tendenze sociali rappresentano la ricaduta sociale dello stato di emergenza indotto dalla crisi del paradigma produttivo 7: ossessione per la "sicurezza", ideologia della "tolleranza zero", vecchie e nuove fobie come l'"emergenza profughi" o quella sulla microcriminalità, che aprono la strada alle pratiche di controllo globale sul sociale, sono il prodotto di questa situazione di crisi permanente.
Hulsman
Lei osserva nelle ultime pagine di Sorvegliare e punire che la tecnica disciplinare è diventata una delle funzioni principali della nostra società. Il relativo potere raggiunge la sua più alta intensità nell'istituzione penitenziaria. Lei dice d'altra parte che il carcere non è necessariamente indispensabile a una società come la nostra poiché '''perde buona parte della sua ragione d'essere tra i sempre più numerosi dispositivi di normalizzazione. E quindi concepibile una società senza carcere?''' Questa utopia comincia a essere presa sul serio da alcuni criminologi. Per esempio, Louk '''Hulsman''', professore di diritto penale all'università di Rotterdam, difende la teoria dell'abolizione del sistema penale. Il ragionamento su cui si basa questa teoria si ricollega ad alcune delle sue analisi: il sistema penale crea il delinquente, si rivela fondamentalmente incapace di realizzare le finalità sociali che è supposta perseguire, qualsiasi riforma è illusoria. L'unica soluzione coerente è la sua abolizione. Hulsman osserva che la maggior parte dei reati sfugge al sistema penale senza mettere in pericolo la società. Propone allora di decriminalizzare sistematicamente la maggior parte degli atti e dei comportamenti che la legge considera crimini o reati, e di sostituire al concetto di crimine quello di '''«situazione-problema»'''. Invece di punire e di stigmatizzare, tentare di regolare i conflitti con delle procedure di arbitrariato, di conciliazione non giudiziaria, considerare le infrazioni alla stessa stregua dei rischi sociali, continuando a ritenere essenziale il risarcimento della parte lesa. L'intervento dell'apparato giudiziario verrebbe riservato ai casi gravi o, in ultima istanza, nel caso d'insuccesso dei tentativi di conciliazione e delle soluzioni di diritti civili. La teoria di Hulsman è di quelle che presuppongono una rivoluzione culturale. Che cosa pensa di questa idea abolizionista riassunta schematicamente?
:Credo che siano molte cose interessanti nella tesi di Hulsman, non fosse altro per la sfida che pone alla questione del fondamento del diritto di punire dicendo che non c'è più niente da punire. Trovo anche interessante il fatto che pone la questione del fondamento della punizione tenendo conto nello stesso tempo dei mezzi attraverso i quali si risponde a un qualcosa che è considerato come infrazione. In altre parole, la questione dei mezzi non è semplicemente una conseguenza del modo in cui si sarebbe potuto porre il problema del fondamento del diritto di punire, ma a suo modo di vedere, la riflessione sul fondamento del diritto di punire e il modo di reagire a un infrazione devono costituire un tutt'uno. Tutto ciò mi sembra molto stimolante, molto importante. Forse non ho una conoscenza approfondita della sua opera, ma mi sorgono alcuni dubbi. La nozione di «situazione-problema» non conduce a una psicologizzazione sia dell'atto che della reazione? Una pratica come questa non rischia, anche se non è ciò che spera Hulsman, di condurre ad una specie di dissociazione tra le reazioni sociali, collettive, istituzionali del crimine da una parte che verrà considerato un incidente e dovrà essere regolato alla stessa stregua, e dall'altra, per quanto riguarda il delinquente, a una iper-psicologizzazione che lo rende oggetto di interventi psichiatrici o medici, con dei fini terapeutici?
Ma questa concezione del crimine non porta anche all'abolizione delle nozioni di responsabilità e di colpevolezza? Dato che nelle nostre società il male esiste, la coscienza della colpevolezza (che secondo Paul Ricoeur è nata presso i greci) non adempie una funzione sociale necessaria? '''E possibile concepire una società completamente esonerata da ogni senso di colpevolezza?''''''Fetter Text'''
:Il problema non è sapere se una società può funzionare senza colpevolezza, il problema è piuttosto stabilire se la società può far funzionare la consapevolezza come principio organizzatore e fondatore di un diritto. Ricoeur fa benissimo a porre il problema della coscienza morale, e lo pone da filosofo o da storico della filosofia. È legittimo dire che la colpevolezza esiste, che esiste da una certa epoca in poi. Si può discutere se l'origine sia greca o meno. Ad ogni modo esiste e non vedo come una società come la nostra, ancora così fortemente radicata in una tradizione che è anche quella greca potrebbe esonerarsi dal senso di colpevolezza. Per molto tempo si è creduto di poter direttamente articolare un sistema di diritto e una istituzione giudiziaria su una nozione come quella della colpevolezza. Per noi invece la questione è aperta.
:Credo in effetti che il diritto penale faccia parte del gioco sociale in una società come la nostra, e che non debba mascherarlo. Ciò '''significa che gli individui che fanno parte di questa società devono riconoscersi come soggetti di diritto che in quanto tali possono essere puniti e castigati se infrangono qualche regola.''' Non vi è in questo, credo, niente di scandaloso. '''Ma è dovere della società fare in modo che gli individui possano effettivamente riconoscersi come soggetti di diritto. Cosa che è difficile quando il sistema penale in vigore è arcaico, arbitrario, inadeguato ai problemi reali che si pongono a una società.'''
:Consideriamo per esempio il solo campo dei reati economici. Il lavoro che si deve realmente fare a priori non consiste nell'iniettare sempre più medicina o psichiatria per modulare questo sistema e renderlo più accettabile. Bisogna ripensare il sistema penale in sé. Non auspico con questo un ritorno alla severità del codice penale del 1810. Auspico invece un ritorno all'idea seria di un diritto penale che definisca chiaramente ciò che in una società come la nostra può essere considerato passibile di punizione o meno, persino un ritorno a un sistema che definisca le regole del gioco sociale. Diffido di coloro che vogliono tornare al sistema del 1810 con il pretesto che la medicina e la psichiatria fanno perdere il senso della giustizia penale. Ma diffido anche di coloro che pur sistemandolo, migliorandolo e attenuandolo con delle modulazioni psichiatriche e psicologiche, in fondo l'accettano.


=== Weblinks und Literatur ===
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