Abolizionismo 2.2: Unterschied zwischen den Versionen

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Questo, grossomodo, il funzionamento del modello disciplinare che, raggiunto il suo apogeo agli inizi del ventesimo secolo, appare ora attraversare una crisi profonda. Scrive in proposito Gilles Deleuze: "Ci troviamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di reclusione, prigione, ospedale, fabbrica, scuola e famiglia [...] Riformare la scuola, riformare l'industria, l'ospedale, la fabbrica, l'esercito, il carcere: ma ciascuno sa che queste istituzioni sono finite, a scadenza più o meno lunga. Si tratta soltanto di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all'istallazione di nuove forze che premono alle porte. Queste sono le società del controllo che stanno per sostituire le società disciplinari".
Questo, grossomodo, il funzionamento del modello disciplinare che, raggiunto il suo apogeo agli inizi del ventesimo secolo, appare ora attraversare una crisi profonda. Scrive in proposito Gilles Deleuze: "Ci troviamo in una crisi generalizzata di tutti gli ambienti di reclusione, prigione, ospedale, fabbrica, scuola e famiglia [...] Riformare la scuola, riformare l'industria, l'ospedale, la fabbrica, l'esercito, il carcere: ma ciascuno sa che queste istituzioni sono finite, a scadenza più o meno lunga. Si tratta soltanto di gestire la loro agonia e di tenere occupata la gente fino all'istallazione di nuove forze che premono alle porte. Queste sono le società del controllo che stanno per sostituire le società disciplinari".


Lo stesso Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France prospetta l'emergere di pratiche di controllo ulteriori rispetto a quelle disciplinari che aveva descritto in Sorvegliare e Punire. Delinea i passaggi attraverso i quali prende forma storicamente un'arte di governare, che si definisce pienamente nel XVIII secolo, quando l'economia politica entra a far parte della scienza del governo. Foucault chiama governamentalità la nuova tecnologia di potere, e la definisce in questi termini: "L'insieme costituito dalle istituzioni, procedure, analisi, riflessioni, calcoli e tattiche che permettono di esercitare questa forma molto specifica sebbene molto complessa di potere, che ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l'economia politica, per strumenti tecnici essenziali i dispositivi di sicurezza"2.


Continuità o rottura tra il modello disciplinare e i nuovi controlli che si moltiplicano nella società contemporanea? A prima vista, la questione sembra dipendere dall'interpretazione che si dà del concetto foucaultiano di disciplina: se questo non viene ridotto a un insieme di caratteri specifici (individualizzazione, localizzazione in determinati spazi come la scuola o la prigione, finalità "morale" di recupero dell'individuo), si può parlare di continuità; essendo la discipina una tecnologia di potere, possono mutarne gli spazi, i dispositivi, gli oggetti immediati senza che ne derivi un mutamento di paradigma 3.


Un'altra ipotesi possibile è che le trasformazioni in atto siano talmente profonde da sconvolgere il paradigma disciplinare. Secondo la definizione di Deleuze, un sistema "a geometria variabile" sostituisce i modelli-stampo delle reclusioni: la gestione delle società di controllo organizza il sociale secondo il criterio della modulazione su uno spazio liscio; essa supervisiona il funzionamento ma non ha più la pretesa di creare modelli stabili.
Così l'impresa ha sostituito la centralità della fabbrica: "Senza dubbio già la fabbrica conosceva il sistema dei premi, ma l'impresa si sforza più profondamente d'imporre una modulazione di ogni salario, in stati di perpetua metastabilità che passano attraverso sfide, concorsi e colloqui estremamente comici [...]. La fabbrica costituiva gli individui in corpo, per il doppio vantaggio e del padronato che sorvegliava ogni elemento nella massa, e dei sindacati che mobilitavano una massa di resistenza; ma l'impresa non cessa di introdurre una rivalità inespiabile come sana emulazione, motivazione eccellente che oppone gli individui tra di loro e attraversa ognuno, dividendolo in se stesso"4.
Come l'impresa rimpiazza la fabbrica, così la formazione permanente tende a rimpiazzare la scuola, e il controllo continuo prende il posto dell'esame. Nelle società disciplinari non si finiva mai di ricominciare passando da uno spazio chiuso all'altro (dalla scuola alla caserma, dalla caserma alla fabbrica ecc...); nelle società di controllo non si finisce mai con nulla, ci spiega Deleuze, in quanto ciascun meccanismo (l'impresa, la formazione) è un "sistema metastabile di una stessa modulazione"5.
Con la fine del fordismo, della produzione tayloristica incentrata sulla fabbrica, con il passaggio da un capitalismo per la produzione ad un capitalismo per il mercato, basato su quelle che Deleuze chiama macchine di terzo tipo, ossia computer e macchine informatiche, e che si dispiega attraverso flussi comunicativi, ogni modello stabile diventa disfunzionale. Non esistono più un dentro e un fuori, e la collocazione del singolo viene ridefinita di volta in volta, non rispetto ad un codice normativo predeterminato, ma in base al codice d'accesso (pass-word) che egli possiede in un preciso momento e per una determinata condizione.
Non è difficile comprendere come questa crisi del paradigma produttivo fordista abbia una ripercussione immediata sulle relazioni umane La fine di un quadro preciso di riferimento lascia il soggetto in balia dell'emergenza. Ogni riferimento certo è perduto, la regola si moltiplica e viene richiesta la massima flessibilità.
Questa situazione produce la schizofrenia di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani. Secondo la loro analisi, nei casi peggiori l'individuo reagisce chiudendosi, riterritorializzandosi in dinamiche identitarie e microfasciste 6. Perdita di senso e riterritorializzazioni microfasciste rintracciabili in varia forma e in differenti tendenze sociali rappresentano la ricaduta sociale dello stato di emergenza indotto dalla crisi del paradigma produttivo 7: ossessione per la "sicurezza", ideologia della "tolleranza zero", vecchie e nuove fobie come l'"emergenza profughi" o quella sulla microcriminalità, che aprono la strada alle pratiche di controllo globale sul sociale, sono il prodotto di questa situazione di crisi permanente.
Hulsman


Lei osserva nelle ultime pagine di Sorvegliare e punire che la tecnica disciplinare è diventata una delle funzioni principali della nostra società. Il relativo potere raggiunge la sua più alta intensità nell'istituzione penitenziaria. Lei dice d'altra parte che il carcere non è necessariamente indispensabile a una società come la nostra poiché '''perde buona parte della sua ragione d'essere tra i sempre più numerosi dispositivi di normalizzazione. E quindi concepibile una società senza carcere?''' Questa utopia comincia a essere presa sul serio da alcuni criminologi. Per esempio, Louk '''Hulsman''', professore di diritto penale all'università di Rotterdam, difende la teoria dell'abolizione del sistema penale. Il ragionamento su cui si basa questa teoria si ricollega ad alcune delle sue analisi: il sistema penale crea il delinquente, si rivela fondamentalmente incapace di realizzare le finalità sociali che è supposta perseguire, qualsiasi riforma è illusoria. L'unica soluzione coerente è la sua abolizione. Hulsman osserva che la maggior parte dei reati sfugge al sistema penale senza mettere in pericolo la società. Propone allora di decriminalizzare sistematicamente la maggior parte degli atti e dei comportamenti che la legge considera crimini o reati, e di sostituire al concetto di crimine quello di '''«situazione-problema»'''. Invece di punire e di stigmatizzare, tentare di regolare i conflitti con delle procedure di arbitrariato, di conciliazione non giudiziaria, considerare le infrazioni alla stessa stregua dei rischi sociali, continuando a ritenere essenziale il risarcimento della parte lesa. L'intervento dell'apparato giudiziario verrebbe riservato ai casi gravi o, in ultima istanza, nel caso d'insuccesso dei tentativi di conciliazione e delle soluzioni di diritti civili. La teoria di Hulsman è di quelle che presuppongono una rivoluzione culturale. Che cosa pensa di questa idea abolizionista riassunta schematicamente?
Lei osserva nelle ultime pagine di Sorvegliare e punire che la tecnica disciplinare è diventata una delle funzioni principali della nostra società. Il relativo potere raggiunge la sua più alta intensità nell'istituzione penitenziaria. Lei dice d'altra parte che il carcere non è necessariamente indispensabile a una società come la nostra poiché '''perde buona parte della sua ragione d'essere tra i sempre più numerosi dispositivi di normalizzazione. E quindi concepibile una società senza carcere?''' Questa utopia comincia a essere presa sul serio da alcuni criminologi. Per esempio, Louk '''Hulsman''', professore di diritto penale all'università di Rotterdam, difende la teoria dell'abolizione del sistema penale. Il ragionamento su cui si basa questa teoria si ricollega ad alcune delle sue analisi: il sistema penale crea il delinquente, si rivela fondamentalmente incapace di realizzare le finalità sociali che è supposta perseguire, qualsiasi riforma è illusoria. L'unica soluzione coerente è la sua abolizione. Hulsman osserva che la maggior parte dei reati sfugge al sistema penale senza mettere in pericolo la società. Propone allora di decriminalizzare sistematicamente la maggior parte degli atti e dei comportamenti che la legge considera crimini o reati, e di sostituire al concetto di crimine quello di '''«situazione-problema»'''. Invece di punire e di stigmatizzare, tentare di regolare i conflitti con delle procedure di arbitrariato, di conciliazione non giudiziaria, considerare le infrazioni alla stessa stregua dei rischi sociali, continuando a ritenere essenziale il risarcimento della parte lesa. L'intervento dell'apparato giudiziario verrebbe riservato ai casi gravi o, in ultima istanza, nel caso d'insuccesso dei tentativi di conciliazione e delle soluzioni di diritti civili. La teoria di Hulsman è di quelle che presuppongono una rivoluzione culturale. Che cosa pensa di questa idea abolizionista riassunta schematicamente?
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