Massimo Pavarini

Der Gefängniskritiker Massimo Pavarini war Strafrechtsprofessor in Bologna und einer der führenden Köpfe der kritischen Kriminologie in Italien.

Weblinks und Literatur

Stefano Anastasia, Patrizio Gonnella, Mauro Palma Edizione del 30.09.2015 Pubblicato 29.9.2015, 17:40
Sfi­brato da un male incu­ra­bile, è morto a Bolo­gna Mas­simo Pava­rini, ordi­na­rio di diritto penale nell’Università fel­si­nea ed espo­nente di fama inter­na­zio­nale della cri­mi­no­lo­gia cri­tica ita­liana. Aveva 68 anni. In Ita­lia nes­suno come Mas­simo Pava­rini ha inda­gato, com­preso e spie­gato cosa sia il sistema penale e peni­ten­zia­rio «in action». Alla felice intui­zione sua e di Dario Melossi — allora gio­vani stu­diosi del gruppo che, intorno ai mae­stri Ales­san­dro Baratta e Franco Bri­cola, diede vita a «La que­stione cri­mi­nale», la rivi­sta della cri­mi­no­lo­gia cri­tica ita­liana tutt’ora attiva sotto la deno­mi­na­zione di «Studi sulla que­stione cri­mi­nale» — dob­biamo – alla metà degli anni Set­tanta – la sco­perta in Ita­lia dell’economia poli­tica della pena pro­po­sta da Georg Rushe e Otto Kir­chei­mer nell’ambito dell’attività di ricerca della scuola di Francoforte. Ne verrà un opera fon­da­men­tale come «Car­cere e fab­brica», tutt’ora letta e com­men­tata dagli stu­diosi del fun­zio­na­mento della pena­lità in tutto il mondo. Sul finire degli anni Ottanta, gra­zie alla media­zione del Cen­tro per la riforma dello Stato di Pie­tro Ingrao, con Beppe Mosconi coor­di­nerà la più impo­nente (e insu­pe­rata) ricerca sulla fles­si­bi­lità della pena in fase ese­cu­tiva, le alter­na­tive alla deten­zione e il potere discre­zio­nale della magi­stra­tura di sor­ve­glianza. E sarà ancora Mas­simo, con il Pro­getto «Città Sicure» della Regione Emilia-Romagna, a gui­dare la cri­mi­no­lo­gia cri­tica ita­liana sugli impervi sen­tieri delle poli­ti­che locali di sicu­rezza, nello stre­nuo ten­ta­tivo di «Gover­nare la pena­lità», come dice il suo ultimo libro, pub­bli­cato lo scorso anno dalla Bono­mia Uni­ver­sity Press. Per noi di Anti­gone è stato un mae­stro, un amico e un punto di rife­ri­mento imprescindibile. Il nostro annuale lavoro di rela­zione sulle con­di­zioni di deten­zione sarebbe impen­sa­bile senza le pre­messe meto­do­lo­gi­che con­te­nute nel suo stu­dio sulla cri­mi­na­lità punita e i pro­cessi di car­ce­riz­za­zione nell’Italia del Nove­cento pub­bli­cato nella «Sto­ria d’Italia» Einaudi. E per que­sto chie­demmo pro­prio a lui la post­fa­zione al primo rap­porto del nostro osser­va­to­rio sulle carceri. Da rea­li­sta incal­lito, dubi­tava che si potesse par­lare di diritti in car­cere e recen­te­mente pro­mosse con Livio Fer­rari un’importante ini­zia­tiva abo­li­zio­ni­sta, ma con­di­vise la nostra scelta di porci su quell’ultima fron­tiera, a tutela dei diritti umani dei dete­nuti, da con­qui­stare e garan­tire giorno per giorno, palmo a palmo, caso per caso. Per que­ste non pic­cole ragioni e per la sua straor­di­na­ria sim­pa­tia e dispo­ni­bi­lità umana, ci man­cherà mol­tis­simo e, per quanto ne saremo capaci, cer­che­remo di tenerne vivo l’insegnamento. Com­pa­gni e amici, allievi e col­le­ghi salu­te­ranno Mas­simo Pava­rini gio­vedì primo otto­bre, alle 14,30, presso la Scuola di Giu­ri­spru­denza, in via Zam­boni 22 a Bologna. Alla moglie Pirca, alla figlia Rebecca e alla pic­co­lis­sima nipote Matilde le con­do­glianze del col­let­tivo de «il manifesto».

The intuition of Dario and his Melossi - then young scholars group that, around the masters Alessandro Baratta Franco Bricola, gave birth to "The criminal matter," the magazine of critical criminology Italian still operating under the name of 'Studies the criminal matter "- we must - in the mid-seventies - the discovery in Italy of the political economy of the sentence proposed by Georg and Otto Rushe Kircheimer through research of the Frankfurt School.